SORA – Convegno Diocesano sulla Famiglia, ne parlerà Mons. Gerardo Antonazzo

La giurisprudenza delle corti di giustizia è orientata alla demolizione del paradigma familiare, come previsto dalle Carte fondamentali. Ma cos’è la famiglia? A parlare dell’importanza della famiglia come motore della storia interverrà il vescovo di Sora, Aquino e Pontecorvo, mons. Gerardo Antonazzo nell’ introduzione al convegno che avrà luogo di lunedì 9 giugno, alle 18,00 presso la sala S. Tommaso d’Aquino a Sora. Il relatore dell’iniziativa è l’avvocato Giancarlo Cerrelli, Vice presidente Nazionale dell’ Unione Giuristi Cattolici Italiani. Se le leggi anti–omofobia approvate dalla Camera ed in fase di approvazione al Senato fossero uno “step” per giungere al matrimonio e all’adozione gay, cosa bisognerebbe fare? Tali sarebbero le conseguenze sociali di un sempre maggiore relativismo etico a cui va improntandosi la cultura contemporanea. La famiglia è uno dei temi cruciali della realtà contemporanea. Non passa giorno che non vengano diffusi rapporti ed inchieste sull’argomento. Le proposte si sprecano. Così pure gli appelli. La crisi della famiglia, considerata ancora il fondamento dell’ordine civile, si intreccia  con le questioni dell’etica e del “buon vivere”, con quelle dell’economia e della geopolitica, della tenuta sociale, della previdenza, dei conti pubblici.
Il mondo cattolico è  in prima fila in questa battaglia. Per la dottrina cattolica  la famiglia deve “farsi Chiesa”, scriveva  Pio XI nella “Casti connubi”, diventando il luogo  dell’educazione alla fede. In anni più recenti, Giovanni Paolo II  ha  ricondotto ad unità le realtà della Chiesa e della famiglia, pur nella loro distinzione, mostrando il pieno valore di entrambe e il loro apporto insostituibile in vista della “nuova evangelizzazione”.
L’ideologia che oggi i mass–media continuamente trasmettono è quella di affermare il  “diritto alla felicità”. Immagine, questa, che, nella sostanza, evoca facili illusioni mondane, scardina ogni  richiamo al “diritto naturale” e  nella sostanza mette in secondo piano la famiglia “tradizionale”, aprendo il campo a qualsiasi sperimentalismo relativista, nel segno della dittatura delle maggioranze. Senza limiti morali la libertà del relativismo etico finisce per sovrastare i diritti altrui, mentre la legge diventa un fragile paravento, inadeguato a proteggere le vittime del relativismo stesso. Pensiamo, nel campo del diritto di famiglia,  alle conseguenze del divorzio nei confronti del coniuge debole e dei figli; nel caso dell’aborto ai diritti del nascituro e a quelli del padre non consenziente; nel campo della bioetica ai rischi determinati da normative che avvalorano l’eutanasia contro il soggetto malato. La libertà del relativismo tanto più è assoluta, cioè senza limiti, tanto più appare foriera di nuovi traumi all’interno del corpo sociale. In vista del prossimo Sinodo straordinario sulla famiglia convocato per ottobre da papa Francesco, il Vaticano ha inviato ai vescovi di tutto il mondo un documento preparatorio che tra le altre cose contiene un lungo questionario indirizzato a tutti i cattolici. Le 38 domande toccano i principali temi “controversi” legati alla famiglia moderna, dalle coppie di fatto alle unioni tra persone dello stesso sesso.  Un intero punto, suddiviso in quattro domande, è dedicato nello specifico alle unioni di persone dello stesso sesso. Viene chiesto quale sia l’atteggiamento delle Chiese sul territorio rispetto alle coppie omosessuali, quali “attenzioni pastorali” si possono avere “nei confronti delle persone che hanno scelto di vivere secondo questo tipo di unioni” e quali soluzioni possono essere adottate per “la trasmissione della fede” ai bambini adottati da coppie di omosessuali. Oggi il richiamo all’importanza di un’educazione all’ affettività nelle scuole come nelle famiglie diventa quanto mai urgente. Ora che “la famiglia è disprezzata, è maltrattata, ha recentemente affermato papa Francesco, quello che ci è chiesto è di riconoscere quanto è bello, vero e buono formare una famiglia, essere famiglia oggi; quanto è indispensabile questo per la vita del mondo, per il futuro dell’umanità.”.