FROSINONE – Il Vescovo Spreafico ai Commercialisti: “Dobbiamo cambiare la società, siamo sottomessi al materialismo”
«Questa Società non funziona: dobbiamo cambiare modello che ormai è entrato dentro di noi, ci ha sottomessi alla dittatura del materialismo»: non ha usato mezzi termini il vescovo di Frosinone, Ambrogio Spreafico, intervenendo al seminario di aggiornamento per commercialisti ne consulenti del lavoro, ospitato presso il polo universitario di Frosinone.
Confrontandosi con il giudice del tribunale di Frosinone Francesco Mancini e con il professore di Economia Aziendale dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale Raffaele Trequattrini, monsignor Spreafico ha puntato il dito contro un «mercato che è diventato un mostro uscito dal nostro controllo. Ad esempio: non mi spiego i motivi in base ai quali fluttuino da un giorno all’altro i titoli in borsa, non c’è una ragione se non quella della speculazione».
Un concetto che è andato ad inserirsi nel solco di quanto aveva illustrato poco prima il professor Trequattrini, che aveva posto in evidenza una contraddizione dei nostri tempi domandandosi dove fosse lo spazio per l’etica se «oggi si insegna ad ottenere il massimo profitto con il minimo costo» ed «una delle prime materie di insegnamento ad essere scomparsa è stata l’etica di impresa». Ma essere etici è conveniente, ha rivelato il docente dell’Uniclam, illustrando i risultati di un recente studio in materia condotto su scala locale: «l’investimento in etica – ha detto il professor Trequattrini – è passato dall’essere una spesa ad essere un vantaggio sulla concorrenza, chi investe in etica attira una clientela disposta a spendere qualcosa in più perché sa che in quel modo sta contribuendo, ad esempio, al rispetto dell’ambiente o ad evitare lo sfruttamento del lavoro minorile». Ma cosa c’entrano i commercialisti? Hanno un ruolo fondamentale – è stato sottolineato durante il seminario – perché sono indispensabili nella diffusione della cultura della responsabilità d’impresa. Perché sono fondamentali? «Perché – ha detto Raffaele Trequattrini – essere etici è una questione di cultura, non c’è una norma che imponga di essere etici».
Un concetto sul quale però ha voluto mettere i classici puntini sulle i il giudice Francesco Mancini «Le norme hanno una funzione educativa e ci inducono ad essere etici (…) per quanto la Costituzione non preveda espressamente l’etica e la responsabilità sociale dell’impresa, è stata capace di produrre una serie di principi che sono all’interno anche delle norme più recenti e che impongono una condotta etica. Ma – ha sottolineato – i commercialisti devono assistere ed affiancare i loro clienti, devono guidarli ma senza assecondarne ciecamente i desideri».
Soddisfazione per il dibattito che ne è nato è stata espressa dal presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti contabili di Frosinone Umberto Lombardi e dal presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Frosinone Carlo Martufi: hanno messo in evidenza quanto sia cambiato il ruolo dei professionisti, in un mondo che vede le imprese avere una funzione sociale sempre maggiore «i dottori commercialisti, i consulenti del lavoro, non sono più soltanto coloro che fanno i conti per le imprese ma diventano loro consulenti globali ed hanno una funzione educativa ed etica sempre più