SORA – Il Comitato Art. 32 si dissocia dall’Atto Aziendale: La lotta continua

La  strada che porta alla Sede della  Provincia  di Frosinone è divenuta come la via di Damasco, molti vi restano folgorati come San Paolo, e la sala assembleare del palazzo della  provincia come la tenda di  Isacco con qualche Esaù in attesa di un improbabile piatto di lenticchie. Constatato il disinteresse con cui molti sindaci si sono approcciati all’Atto Aziendale, ha fatto sensazione  constatare che altri che avevano duramente contestato il piano sanitario al momento della verità hanno fatto una conversione a 360 gradi e hanno avallato  la definitiva marginalizzazione della sanità provinciale . La giustificazione imbarazzata di alcuni è un pannicello caldo su una gamba di legno.
“…la Manager ha promesso che…  la Manager inserirà che… la Manager proporrà che…”

Tutte promesse  che hanno due punti deboli. Uno, la politica dei due tempi: “Oggi noi cittadini avalliamo le tue idee, domani tu proporrai quello che ci interessa”.
L’altro: quelli della Mastrobuono non sono impegni a fare, perché solo la Regione  può decidere. Sono promesse, e credo che abbiamo abbastanza esperienza delle promesse della ASL di Frosinone.
Due anche i punti di forza vantati delle presunte positività: la promessa che a fine 2015 se avrà maturato le condizioni permetterà  a Frosinone di chiedere il DEA di secondo livello e il   millantato polo oncologico per Sora.
A titolo di cronaca, da più parti si mormora che Frosinone non abbia neanche il I° livello: è certo però che sia Marrazzo che Polverini concessero a Frosinone  il Dea di Secondo livello, che non è mai stato realizzato, per cui la Manager con grande abilità promette ciò che non è nella sua disponibilità e non applica atti dirimenti.
In tutta questa vicenda abbiamo visto l’uso cinico del cavillo verbale e il giuoco delle promesse, fatte e smentite, e il tentativo  di  apparire come punto di riferimento dei sindaci. Questa  affermazione non inganna nessuno: 51 sindaci assenti, gli altri divisi  e alcuni convinti al sì alla luce di equilibri politici, legati a recenti nomine , come viene stigmatizzato da più fonti.
Se questo è il quadro, chi ha condiviso e avallato l’Atto ha scelto che:
– I ciociari debbono  rinunciare a 600 posti letto: servono a Roma
– I ciociari, non essendo risolto il problema del comporto di personale, non possono sperare in incrementi di prestazioni e miglioramenti organizzativi.

L’altro punto, il polo oncologico di SORA , è un ballon d’essai: il polo oncologico prevede tutte le cose che sono state tolte a Sora e molte altre di cui nessuno parla. Non basta dire Polo Oncologico, e questo era stato scritto sui giornali e negli incontri con la Manager, presenti i sindaci del Distretto “C”. Possono mandare anche Veronesi ad operare a Sora: mancherebbero comunque  PET, RNM , la TAC che funziona a scartamento ridotto, la Farmacia eliminata, analisi iinviate a casa del diavolo, Centro Trasfusionale  perso.
Comunque è stato firmato l’accordo per l’eliminazione delle code: tutti penseremmo ad aumenti di organico, di strumenti, orari lunghi, finalmente un uso razionale dei mezzi, con benefici anche economici sugli ammortamenti e magari qualche disoccupato chiamato al lavoro. Niente di tutto questo, saranno i privati a coprire le carenze.
Anche noi siamo stati folgorati sulla via della ASL: nei corridoi dei nostri ospedali si mormora  che si è indebolita la struttura pubblica per coinvolgere il privato. Il Comitato Art. 32 si dissocia dalle scelte dei sindaci, che hanno operato dimenticando i rapporti con i cittadini e riafferma la necessità di continuare la lotta alzando il livello dello scontro. Si complimenta con il Sindaco di Alatri Giuseppe Morini, unico fra i primi cittadini nel cui territorio c’è un Ospedale, che con coerenza ha  rigettato proposte incestuose. Si complimenta per il  distretto “C” con i sindaci di Casalattico e Pescosolido, Benedetti e Cioffi, per la trasparenza e la lealtà dei comportamenti. Quando attenderanno ore al Pronto Soccorso, quando dovranno girare tutto il Lazio per un ricovero, quando non avranno prestazioni in tempi congrui, i cittadini debbono ricordare chi ha avallato lo sfascio della sanità provinciale, alcuni sindaci in primis e i responsabili della Sanità Regionale.
 LA LOTTA CONTINUA.

Comitato Art.32  Distretto C Sora (nella foto il rappresentante Rodolfo Damiani)