BRACCIANO – La Bracciano Ambiente senza fondi diffida Comune e Regione ad assumere la gestione diretta dei servizi

E’ stato reso noto il verbale della B.A. del 2/12/2014, a firma del direttore generale Andrea Riccioni e dell’amministratore unico Marcello Marchesi (alias avvocato personale del sindaco Giuliano Sala, a sua volta socio unico della partecipata del nostro comune).
Ecco le decisioni contenute nel verbale, in particolare:
-“Recedere con effetto immediato dall’affidamento” della discarica di Cupinoro” intimando agli uffici competenti di assumere direttamente la gestione degli invasi, “al fine di prevenire ogni futura e imminente contaminazione del sito”.
-Diffidare il comune di Bracciano e la Regione Lazio a provvedere in proprio” alla gestione della criticità ambientale” non essendo la B.A. in condizione di onorare ulteriormente le obbligazioni nascenti dalla gestione” di 1.800.000 mc di invasi esauriti, “con espresso ma non esclusivo riferimento al vigente contratto di trasporto e smaltimento del percolato” a causa del mancato pagamento del servizio.
-“Ogni costo di gestione relativo” alla porzione dell’invaso “facente capo all’ente affidatario, sarà fatturato al Comune di Bracciano, a far data dal 02.12.2014”.
-La B.A. si riserva ulteriori azioni “anche per via giudiziale”.

Nel verbale si afferma anche che “sono stati depositati ricorsi per decreto ingiuntivo nei confronti dei debitori, pubblici e privati”. Marchesi rileva tra le varie cose che “lo squilibrio economico (è) diventato insostenibile” soprattutto per lo smaltimento del percolato, che la società non è in grado di sopportare le spese di gestione “senza la previsione di alcuna dotazione finanziaria”.
Ricordiamo che pochi giorni fa il paese di Bracciano s’è svegliato sommerso di rifiuti, causa l’interruzione del servizio di raccolta per il mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti, i quali sono ancora in attesa della tredicesima e del 50% della quattordicesima.
Al momento non si vede una via d’uscita alla messa in sicurezza della discarica, in quanto non si sa che fine abbiano fatto i 12-15 milioni di euro versati negli anni dai comuni conferitori e destinati per legge alla gestione del post mortem, la fase iniziata ora, dopo la chiusura della discarica.
I finanziamenti a fondo perduto della Regione Lazio per aiutare le casse vuote della Bracciano Ambiente non sono stati sufficienti e forse si potevano risparmiare milioni di euro di soldi pubblici.
Ricordiamo che la Regione Lazio, d’accordo col Comune di Bracciano e con la Bracciano Ambiente SpA è ricorsa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per poter contare sul business della gestione dei rifiuti, nonostante la situazione già agonizzante e la mancata autorizzazione del ministero dei Beni Culturali, la devastazione di un territorio di pregio e vincolato, la ferma opposizione della popolazione dei vari comuni, le criticità, le irregolarità, le denunce, le indagini perennemente in corso.
Si è mai visto l’amministratore unico di una società con una gestione fallimentare per sua espressa dichiarazione, intenda rivalersi sul proprietario della partecipata (il comune di Bracciano, quindi sui suoi cittadini) e sulla Regione? Cioè su coloro che, a rigore di logica, avrebbero il diritto di chiedere conto del suo operato? Che gioco è questo? A noi comuni mortali sembra il gioco delle tre carte.
Ed ora? Se la Bracciano Ambiente è al collasso, chi tutela i cittadini di Bracciano dagli errori e dagli orrori di queste scelte sconsiderate? Chi paga?

Ass. Salviamo Bracciano
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