REGIONE – Pericolo scorie nucleari nel Lazio, Fardelli: Si prenda una posizione chiara e decisa

Scorie radioattive nel Lazio. Una ipotesi che preoccupa non poco il territorio regionale, soprattutto con l’avvicinarsi della data in cui i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente dovranno dare il nulla osta all’approvazione della carta che individua i siti idonei. E il consigliere regionale Marino Fardelli (nella foto) chiede alla Regione Lazio di prendere una posizione chiara e decisa contro l’ipotesi di ubicare in una delle province, il sito nazionale unico potenzialmente idoneo per il deposito di scorie radioattive.“”La provincia di Frosinone e tutto il territorio regionale – scrive l’on.le Fardelli nel documento – non rispondono ad idoneità risultando instabili e molto fragili dal punto di vista idrogeologico come hanno dimostrato anche nell’attuale stagione invernale con allagamenti, frane e terremoti, oltre che ricchi di acqua, storia, arte, centri abitati e vie di comunicazione importanti, luoghi protetti, produzioni agricole pregiate e sottoposti in molte aree ad un già critico inquinamento ambientale”. Rispondendo punto per punto ai criteri per l’individuazione del sito resi noti dall’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, il consigliere regionale Marino Fardelli sollecita la Regione Lazio a prendere una posizione contraria dato che “secondo le ultime notizie, sulla carta dei siti idonei elaborata dall’Ispra, sarebbero rimaste due sole regioni candidate al ruolo di deposito nazionale unico delle scorie nucleari e cioè Lazio e Sardegna e dato che quest’ultima ha avviato una serie di iniziative concrete per manifestare con forza la propria opposizione alla possibilità di individuare il sito nel proprio territorio”. Il deposito nazionale, che dovrebbe essere pronto per il 2022 al costo di 1,2-2,5 miliardi di euro, ospiterà per 200-300 anni i rifiuti radioattivi che in Italia derivano per il 60% da impianti nucleari smantellati o in fase di smantellamento e per il 40%, (circa 500 metri cubi/anno), da attività industriali, di medicina nucleare e di ricerca. Il deposito accoglierà inoltre circa 75 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività, più quelli provenienti dagli ospedali. “Certamente nessun territorio vorrebbe ospitare il sito unico nazionale di scorie radioattive, ma i criteri di individuazione restano condizioni fondamentali che dimostrano che il Lazio non è assolutamente idoneo. Pensiamo al recente fallimento radioattivo che ha vissuto la Germania a seguito del cedimento del proprio deposito situato nella Bassa Sassonia, entrato in crisi proprio a causa di problemi idrogeologici. Sono certo, attraverso questa mozione, di interpretare il sentimento di tutto il Consiglio regionale e della Giunta, oltre che dei cittadini del Lazio, già ampiamente preoccupati per una serie di criticità ambientali che stanno logorando già intere aree” ha concluso il consigliere regionale Marino Fardelli, capogruppo LB Obiettivo Lazio.

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