ROMA – Daniele Nardi scala il Nanga Parbat, lunedì al Campidoglio il racconto di un’impresa epica

Una delle avventure alpinistiche d’alta quota più avvincenti che si possano immaginare, sul versante Diamir del Nanga Parbat, unico ottomila del globo insieme al K2 ad essere ancora inviolato nella stagione invernale.
Al suo terzo inverno consecutivo di sfida estrema a quella immensa parete ghiacciata, Daniele Nardi ha trascorso 70 giorni fra il campo base ed i campi in quota, fra ripetute salite dapprima sul mitico (e per molti impossibile) sperone Mummery, poi sulla via Kinshofer, intervallate a lunghe fasi di maltempo che hanno trasformato anche la permanenza ai 4200m del campo base in una avventura di sopravvivenza, senza scalfire la volontà di aspettare la finestra giusta per il tentativo decisivo di salire in vetta. Il racconto dell’epica impresa in una conferenza stampa che Nardi terrà Lunedì 30 marzo 2015 alle 11 presso la Sala del Carroccio di Piazza del Campidoglio a Roma.
Settanta giorni appassionanti, costellati da imprevisti, valanghe, confronti estremi con il ghiaccio e con la roccia, culminati nell’ultima settimana con l’incredibile sequenza della salita finale, iniziata dalle tende del campo base domenica 8 marzo, sfidando dapprima un autentico muro di neve caduto il giorno precedente fino a raggiungere allo stremo delle forze Campo1, poi impetuose raffiche di vento che per lunghe ore hanno reso impossibile uscire dalla tendina di Campo2 dopo una nottata da incubo, resistendo fino ai 6700 m di Campo3, conquistando i 7200m di Campo4, e lanciando infine l’assalto alla vetta nella notte di venerdì 13 marzo.