FROSINONE – Errare Persona, domani la Turandot al Colapietro per il primo appuntamento del fine settimana

Doppio appuntamento, sabato e domenica, per l’Officina Culturale della Regione Lazio “Casa d’arte” di Errare Persona. Sabato 18 aprile alle 17.30, l’auditorium Colapietro ospiterà il debutto nazionale della “Turandot” della compagnia Errare Persona, favola musicata da Puccini inserita all’interno del progetto “La Musica e Il Teatro- I Bambini all’Opera”; lo spettacolo, che fa parte della rassegna “Il teatro dei piccoli”, vedrà in scena Damiana Leone (nella foto, che ne ha curato la drammaturgia) e Francesca Reina. In Cina, tanti secoli fa, viveva una bellissima e solitaria principessa (Turandot), che spinta dalla volontà del padre accetta di sposare solamente il giovane nobile che sarà in grado di sciogliere i tre enigmi da lei proposti: se fallirà, però, morirà. Allora Calaf, principe tartaro spodestato, non riesce a resistere alla bellezza di Turandot e decide di provare a risolvere gli enigmi e ci riesce. Turandot è disperata e Calaf le propone a sua volta un enigma: se prima dell’alba la Principessa riuscirà a scoprire il suo nome, egli morirà, altrimenti diventerà il suo sposo. Lo spettacolo, tra gag, improvvisazioni e letture, trasporta i bambini nel meraviglioso mondo dell’opera. In una atmosfera incantata i bambini si ritrovano due personaggi-mimo che si risvegliano da un lungo letargo per raccontare la favola di Turandot. Tra racconti, figure e proiezioni di allestimenti dell’opera di Puccini, i bambini avranno la possibilità di addentrarsi nel linguaggio dell’opera e di immergersi nella favola.

In collaborazione con Dominio Pubblico Teatro (ATCL, Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio-Teatro Argot Studio-Teatro Orologio), la rassegna dell’Officina “Nuovi Linguaggi” presenterà domenica alle 21, sempre all’auditorium comunale, “I Bei Giorni Di Aranjuez”, di Peter Handke. Traduzione di Attilio Scarpellini; con Daria Deflorian e Attilio Scarpellini, disegno del suono dal vivo di Stefano De Ponti; a cura di Daria Deflorian. “I bei giorni di Aranquez” è un testo bellissimo, misterioso. Pacato, ma pieno di sussulti. Dialogo non d’amore ma sull’amore, dialogo non di cose ma sulle cose. Un uomo, una donna fuori dal tempo, fuori da qualunque attualità e da qualunque quadro storico e sociale, il che non significa che si trovino al di fuori della realtà, anzi forse il contrario. È quel che si vedrà (che si ascolterà). Tra loro un terzo protagonista, il paesaggio: i giardini di Aranquez, dove il linguaggio tocca il culmine della trasfigurazione. Chiunque legga la partitura sottile, come la critica francese l’ha definita, de I bei giorni di Aranquez – pensiamo – si chiederà come fosse possibile metterla in scena. È proprio in questa impossibilità che Daria Deflorian e Attilo Scarpellini hanno sentito un irrefrenabile desiderio di teatro.

Daria Deflorian, due volte premio Ubu, il più importante per il teatro in Italia, con Attilio Scarpellini, critico teatrale, porta in scena un testo di uno dei più celebri drammaturghi contemporanei della scena internazionale, che ora arriva a Frosinone.

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