CASSINO – Casa della Carità, una tavola rotonda con Zingaretti e dom Ogliari

“Fame di vita”. E’ questo il titolo dell’iniziativa dedicata al tema della povertà alimentare, organizzata dalla Casa della Carità di Cassino in occasione del suo sesto compleanno e che si terrà il 23 maggio. Una giornata di festa per offrire  a tutta la città l’occasione di conoscere da vicino la Casa della Carità e che è stata presentata ieri nel corso di una conferenza stampa.
Ogni anno, in occasione dell’anniversario della sua inaugurazione la Casa della Carità sceglie un tema da discutere e condividere con ospiti e relatori. Il tema della povertà alimentare, scelto per il 2015, è particolarmente attuale: gli occhi del mondo sono puntati sull’Expo, dedicato al tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Nutrirsi è la prima e più importante attività umana perché proprio grazie al cibo si ottiene l’energia per vivere.
«Nutrimento ed energia per l’uomo e quindi cibo, inteso sia come sostentamento sia come specchio della cultura – spiegano gli organizzatori -; ogni paese ha la sua tradizione culinaria: assaggiando un piatto di riso pensiamo alla Cina, degustando la paella pensiamo alla Spagna, assaporando la pizza margherita pensiamo all’Italia. Anche vivendo nella povertà è possibile nutrirsi con un cibo sano, buono, gustoso, senza un eccessivo dispendio economico, se si è in grado di usare bene gli alimenti che la natura offre in ogni periodo dell’anno. Il cibo non si spreca, è frutto del lavoro umano: sprecare cibo non significa soltanto buttare via cibo, ma anche buttare via tutto il lavoro umano con cui quel cibo è stato realizzato».
Spiega Lucio Secondino: «Abbiamo scelto di affrontare il tema della povertà alimentare innanzitutto partendo dal tema dell’Expo. Ci siamo chiesti: cosa significa per noi nutrire il pianeta? Dobbiamo partire da cosa ci è più vicino, quindi dalle persone al nostro fianco. Il bisogno alimentare è un concetto intenso, ha una profondità che accomuna tutti ed è la FAME DI VITA. Non è tanto il bisogno di nutrire un corpo, ma è il modo in cui lo nutriamo:affetto, amore, accoglienza, solidarietà».
Per questo la Casa della Carità accoglie persone senza dimora o adulti a grave rischio di marginalità sociale e offre non solo servizi dormitorio, mensa serale, lavanderia e guardaroba, ma, grazie alla presenza di un’equipe educativa, punta a ricostruire i legami familiari, amicali e di qualsiasi natura tra gli ospiti e il mondo esterno.
La Casa della Carità, inaugurata nel 2009 dal Santo Padre Benedetto XVI, è un’opera dell’Abbazia di Montecassino gestita della Cooperativa “Lavoro per la Salute”. «E’ uno dei tre canali attraverso i quali si declina il legame tra Abazia e città, insieme all’educazione e alla scuola e alla Festa di San Benedetto, in particolare il Corteo Storico e la Fiera del Santo Patrono» ha detto dom Luigi Maria Di Bussolo, presidente della Fondazione San Benedetto, che spiega come oggi, pur essendo mutato il ruolo del monastero, Montecassino ha deciso di conservare la “liturgia della carità” proprio attraverso la Casa della Carità. Dom Luigi ha ricordato come la carità sia centrale nella vocazione benedettina e ha ricordato i tanti amici che in tanti modi hanno contribuito e continuano a contribuire offrendo la loro solidarietà. Il tema di quest’anno, fame di vita, va inteso come la fame di vivere, dunque non solo il bisogno di alimentarsi. In tutto questo c’è un richiamo profondamente cristiano: nelle nostre opere di solidarietà, nel nostro voler andare incontro a chi è nel bisogno, dobbiamo ricordare sempre di vedere nell’altro il volto di Cristo.
Sulla stessa linea Suor Ermanna Beccacece che ha detto: «le braccia di San Benedetto continuano a portare in grembo la povertà attuale del nostro territorio. La Casa della Carità vuole continuare a dare una risposta concreta ai bisogni di chi è caduto nell’anonimato. Cassino ha sempre sostenuto e continua a sostenere la CdC, mettendo a servizio energie umane attraverso i suoi volontari e offrendo un contributo non meno importante attraverso il sostentamento di generi alimentari e vestiario. In questo contesto vorrei anche ricordare le tante insegnanti (in pensione e  non) che, in diversi giorni della settimana, vengono a fare lezione d’italiano ai nostri ospiti. Il convegno, oltre ad affrontare l’argomento sopra citato, vuole anche valorizzare ciò che normalmente facciamo per i nostri ospiti: ridare dignità, fiducia e reinserimento sociale».
Luigi Pietroluongo dichiara: «La Fame di Vita di queste persone è la fame di esistere, di dire al mondo, alla città di Cassino, noi esistiamo, noi ci siamo. Anche se la vita ci ha riservato un momento di corto circuito per un momento di dolore, per un momento di crisi, noi ci siamo , noi esistiamo ed è anche importante sottolineare che noi non siamo solo un problema ma possiamo essere una risorsa».

Il tema della povertà alimentare verrà affrontato, quest’anno, attraverso una tavola rotonda e un concorso.
Alla tavola rotonda, che si terrà il 23 maggio alle ore 17.30 presso la Casa della Carità, sono stati invitati il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, l’Abate di Montecassino dom Donato Ogliari (foto), il Direttore Generale del Banco Alimentare Marco Lucchini, il Direttore della Caritas Diocesana Don Teofilo Toma Akuino, il direttore della Casa della Carità di Milano e membro del Direttivo FioPSD Fiorenzo De Molli, il Direttore del Consorzio dei Servizi Sociali del Cassinate Emilio Tartaglia, la biologa Paola d’Adamo.
Alle 19.00 ci sarà il concorso culinario Fame di Vita, riservato agli alunni di terza media. L’obiettivo del concorso è quello di sensibilizzare i ragazzi al valore del cibo, scoprire i talenti del futuro,  creando un pasto completo pensato per un ospite della Casa, con prodotti semplici, nutrienti ed a basso costo. Sulla scia del tema di questo VI compleanno della Casa della carità, l’attenzione è per le materie prime e i cibi che possono apportare il giusto valore energetico per il fabbisogno di una persona, abbattendo i costi e puntando anche sulla presentazione (mise en place) e sull’originalità.
Spiega Daniela Soave, curatrice dell’evento: «I ragazzi con le loro fresche energie, con la loro fame di vita, intesa come desiderio di scoprire, di rinnovare, possono dare un contributo in idee utilissimo al nostro nobile fine: sensibilizziamo i ragazzi al valore del cibo».
I ragazzi hanno preparato degli elaborati studiando un pasto completo, con primo, secondo e contorno, e dotato di tutti gli elementi nutrizionali necessari per uno sviluppo completo e sano della persona: proteine, lipidi e carboidrati.
Nella serata del 23 maggio gli studenti realizzeranno praticamente i loro piatti. Gareggeranno 4 squadre, una per ogni scuola media, ogni squadra sarà divisa in 2 gruppi: gruppo lavoro e gruppo tifo. Ogni gruppo lavoro è formato da 3 “cuochi” e sarà affiancato da uno studente dell’istituto alberghiero “San Benedetto” di Cassino che farà da tutor.
La giuria dovrà scegliere il pasto migliore, tenendo conto del rispetto dei principi nutritivi, del contenimento dei costi, della presentazione del piatto, dell’originalità e del gusto.
Accanto all’attenzione per il cibo, dunque, l’attenzione per l’altro, ricordando anche che il mettersi a tavola significa anche creare relazioni perché “si cucina sempre per qualcuno, altrimenti si prepara solo da mangiare”.

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