FROSINONE – Imprese ciociare al Terminal del Gusto di Civitavecchia

“Come può una attività commerciale insediata a Civitavecchia favorire l’economia della provincia di Frosinone? Semplice. In quel sito – parliamo del Terminal del Gusto – espongono e vendono alcune affermate imprese ciociare che reinvestiranno i ricavi sui loro territori, nei nostri comuni, con margini di crescita dei volumi produttivi e dei livelli occupazionali. Quali sono queste imprese? Penso a Corte dei Papi dell’azienda Di Cosimo come a Petra Potens di Alvito (vini), alla Cooperativa Palianense e all’azienda I Care di Vallecorsa (olio extravergine di oliva), ma anche alla Agri.Api.Bio di Cassino (leader nel settore delle salse)”. Lo ha dichiarato Aldo Mattia, direttore della Coldiretti Lazio e presidente del Terminal.
“Non abbiamo lasciato nulla al caso, la nostra priorità è generare il flusso turistico verso il Terminal, vetrina internazionale dalla quale le eccellenze agroalimentari italiane si offriranno al mondo. La scorsa settimana – ne parlo oggi per la prima volta – ho formalizzato i primi accordi di partnership con alcuni operatori del territorio. Già queste prime intese consentiranno ai prodotti ciociari e laziali ospitati al Terminal del Gusto di essere conosciuti, apprezzati e acquistati da 600.000 visitatori all’anno, cioè – precisa Mattia – da una media di 50.000 turisti al mese tra quanti transitano nel porto di Civitavecchia per salire sulle navi da crociera o imbarcarsi sui traghetti diretti verso le isole maggiori. Ma non è tutto. Come Coldiretti abbiamo avviato trattative con i principali operatori crocieristici per accreditare le nostre imprese, in particolare quelle in grado di garantire massa critica in termini di quantità, come fornitori esclusivi degli ingredienti quotidianamente utilizzati per la preparazione dei pasti somministrati sulle grandi navi. Quando nei menu verranno proposti, tanto per fare qualche esempio, bruschette all’olio ciociaro e vino Cesanese del Piglio potremo considerare chiusa la prima fase di questa operazione nata – conclude Aldo Mattia – per posizionare il Lazio ai vertici dell’agricoltura italiana”.