PATRICA – Frane dimenticate, l’attacco di Belli agli amministratori regionali
Patrica come Frosinone. Sopralluoghi e promesse da parte della Regione non hanno risolto il problema delle frane che interessa sia il capoluogo che la Monti Lepini. E mentre a Frosinone la città è divisa in due da una frana dimenticata da oltre due anni, a Patrica i sopralluoghi dei tecnici e degli amministratori regionali hanno prodotto solo un fiume di promesse senza alcun riscontro concreto.
«Ora basta con le passerelle (condite anche di selfie con Buschini e Lucio Fiordalisio – Pd), vogliamo fatti concreti – afferma l’ex sindaco di Patrica, Stefano Belli, – voglio ricordare che la prima riunione, per affrontare il problema, la tenemmo ai primi dello scorso mese di giugno (e allora si parlò di un problema con il geologo). Successivamente il consigliere regionale Buschini ha assicurato che a gennaio sarebbe stata espletata la gara. E invece, non si è mosso niente.
E’ grave il disinteresse degli amministratori regionali che, comunque, hanno attraversato la Monti Lepini. Peccato che non si siano fermati! Perché era un’utile occasione per rendersi conto di come la Regione abbia dimenticato il nostro territorio e, in particolare, di come una frana (quella sulla Monti Lepini) sia ancora in stato di abbandono. A questo punto vorrei sapere se questi amministratori regionali eviteranno (in futuro) anche Frosinone, dove persiste la frana del viadotto Biondi. Una buona Amministrazione si vede anche da come gestisce le criticità e non soltanto dalla politica degli annunci, degli spot su cui, è evidente, questa giunta regionale è imbattibile».
«Un “Buon governo” (come lo chiamano) dovrebbe assumersi le proprie responsabilità e non evitare di fare un sopralluogo lì dove una frana minaccia non solo i cittadini, ma anche le attività commerciali di Patrica che si snodano lungo la Monti Lepini. Vorrà dire – conclude Stefano Belli – che dopo aver vinto le elezioni inviteremo direttamente tutta la giunta a venire a Patrica. Con gli scarponi e non con le auto blu, perché a noi patricani piacciono gli amministratori-operai, che lavorano sul territorio e non quelli che si rinchiudono dentro le sedi di partito».