REGIONE – Comunità montane, Uncem Lazio: “Fiscalità di vantaggio per le zone di montagna”

Uncem presenta la necessità di misure fiscali incentivanti per chi apre nuove attività e per chi sceglie di fare impresa nelle Terre Alte Laziali
Chi oggi apre e gestisce un’azienda agricola, un esercizio commerciale, una struttura ricettiva, un’impresa del terziario nei Comuni montani del Lazio non può pagare le stesse tasse e imposte di chi possiede un’analoga attività nelle zone con uno sviluppo più avanzato Uncem Lazio come già fatto da Uncem Piemonte apre un percorso politico di analisi delle opportunità di sgravi fiscali e burocratici per i territori montani. Come ha già fatto la Regione Sicilia e come si apprestano a fare altre Regioni, è oggi necessario individuare “Zone a fiscalità di vantaggio” nelle aree montane. Meno Irap per le imprese ad esempio, diverse norme per l’apertura di attività, meno burocrazia, ruolo maggiore per Unioni montane e Comuni in forma associata nel programmare lo sviluppo territoriale. L’istituzione di “Zone a fiscalità di vantaggio” consentirebbe di recuperare il deficit competitivo di cui soffrono storicamente le comunità e le imprese allocate sul territorio montano. Le aree montane presentano infatti delle difficoltà intrinseche per chiunque voglia avviare un’attività imprenditoriale e per gli stessi cittadini che le popolano. Il valore economico, sociale, culturale di una nuova azienda e di nuovi posti di lavoro nelle Terre Alte è altissimo. Garantire il presidio territoriale, la residenzialità tutto l’anno, dunque la maggiore possibilità di produrre reddito nei territori montani va a vantaggio dell’intera collettività, comprese le zone urbane e metropolitane”.
Uncem avvierà nei prossimi giorni un confronto con Parlamentari Laziali che credono nella possibilità per la Montagna di avere misure specifiche, non assistenzialismo, ma corretto “diritto allo sviluppo” che è possibile solo colmando gap burocratici e fiscali. “Dobbiamo infatti agire sulla fiscalità – Dobbiamo poter usare fondi europei nazionali e fondi del Fesr per specifiche detrazioni in “Zone a fiscalità di vantaggio” che andremo a identificare nelle aree montane. Queste non sono più marginali e sono oggetto oggi di investimenti, forte interesse anche da parte di nuove generazioni che vogliono fare impresa. Ecco perché servono dei sostegni continuativi, non una tantum. Una specifica legge deve sostenere chi da anni garantisce attività turistiche, artigianali, agricole”.
Le misure di sostegno per le piccole e micro imprese devono essere stabili, continuative. La Sicilia ha avviato ad aprile 2015 nell’Assemblea consiliare regionale l’iter della legge che istituisce le “Zone franche montane”. Il Lazio può fare lo stesso percorso. A livello nazionale, all’interno della Delega Fiscale, già analizzata dalla Commissione bilancio del Senato, vi sono aperture in questa direzione. In Sicilia, le risorse necessarie al finanziamento delle agevolazioni previste sono reperite, previo accordo col Governo statale, dal Fondo europeo per lo Sviluppo e la Coesione.
Prima possibile azione legislativa necessaria, l’approvazione da parte del Parlamento del disegno di
legge sui piccoli Comuni e la Montagna che vede tra i primi firmatari l’on. Enrico Borghi. All’articolo15
viene istituito un fondo per incentivare la residenza nei piccoli Comuni nel quale sono compresi agevolazioni fiscali per chi possiede attività economiche nei Comuni montani. Ma anche per l’attivazione e il mantenimento di attività agricole. L’articolo 15bis prevede un “fondo per l’incentivazione della residenza imprenditoriale”. “Il Parlamento discuta immediatamente questa legge Chiediamo la massima convergenza di tutti i Parlamentari Laziali, di tutti gli schieramenti. Riceverebbero consenso e applausi dai sindaci e amministratori dei territori montani del Lazio, assieme a quelli dei 4000 Comuni montani del Paese. Se non si vogliono chiamare Zone franche montane o Zone a fiscalità di vantaggio poco importa. È la sostanza che ci interessa. Dopo decenni di abbandono, la politica deve tornare a dedicarsi alle aree montane. Consiglio e Giunta regionale, Parlamento e Governo non possono oggi autoescludersi da queste necessità sottoposte alla loro attenzione da centinaia di Comuni italiani. Uncem coinvolgerà nel percorso le associazioni di categoria dell’agricoltura, dell’artigianato e del commercio: solo con una forte sinergia tra Enti locali e imprese è possibile ottenere risultati per sconfiggere la crisi e rilanciare il sistema
economico delle aree montane

Il Presidente Uncem Lazio
Prof Bernardo Maria Giovannone

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