CECCANO – Un libro sulle ‘marocchinate’, patrocinio gratuito per la pubblicazione
Le donne della nuova consiliatura amministrativa della Commissione delle Elette e della VI Commissione, hanno dato parere favorevole al patrocinio gratuito per la pubblicazione del volume dedicato alla triste vicenda delle “marocchinate”, richiesto al Comune di Ceccano dal Centro Antiviolenza e dalla Biblioteca pubblica “Marie Anne Erize” di Roma. Dai lavori congiunti delle due Commissioni, a cui hanno partecipato tutti i membri, tranne il Consigliere di minoranza, Luigi Compagnoni, c’è stato ampio consenso “anche da parte di tutti i colleghi Consiglieri maschi – ha detto la Presidente delle Elette, Ginevra Bianchini, che ha anche ribadito come – di questa triste storia, sui libri che ci fanno studiare a scuola non c’è scritto niente”.
Per questo le due Commissioni hanno sinergicamente sostenuto l’idea del patrocinio gratuito a questo volume, in preparazione tra ottobre e novembre, e che “è nostra intenzione come Amministrazione – ha ribadito Ginevra Bianchini – presentare a dicembre in una sede comunale, anche perché porterà stampato lo stemma della nostra città”. “Nessun tribunale internazionale si è mai interessato alla vicenda, e nessun soldato è mai stato punito – ci ha tenuto a dire la Bianchini – per questo crimine di guerra e contro l’umanità che a Ceccano, durante la seconda Guerra Mondiale, risulta essere stato subito da civili”. Le cosiddette “marocchinate”, ricordate nel celebre film di Vittorio De Sica, “La Ciociara”, magistralmente interpretato da Sophia Loren, sono stati dei veri e propri stupri di massa subiti dalle comunità ciociare nel 1944, quando migliaia di soldati marocchini, inquadrati nel Corpo di spedizione francese in Italia sbarcarono ad Anzio e, con la promessa del “diritto di preda” furono lasciati operare come padroni assoluti di tutto ciò che trovavano sul loro cammino, finendo poi per passare anche beffardamente alla storia come liberatori. Il Presidente dell’Associazione Nazionale Vittime delle “Marocchinate”, Emiliano Ciotti, raccolte documentazioni del periodo, è giunto ad “affermare che ci furono minimo 20.000 casi accertati di violenze, numero che comunque non rispecchia la verità; diversi referti medici dell’epoca riferirono che un terzo delle donne violentate, sia per vergogna o pudore, preferì non denunciare”. Per la Commissione delle Elette è una pagina da riaprire con dolore, ma che non può essere dimenticata.