DIOCESI SORA – Al via il Progetto “M.A.P.” – Migranti Accolti in Parrocchia
“Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia”: l’appello profetico di papa Francesco non lascia indifferente la Chiesa di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, che è chiamata a prendere coraggiosamente coscienza del fenomeno della mobilità umana, che coinvolge soprattutto i poveri, in fuga da situazioni drammatiche e disumane del proprio Paese d’origine, in un momento difficile di crisi socio-economica anche dell’Italia.
In risposta a tale appello la nostra Diocesi vuole impegnarsi a realizzare un nuovo progetto di accoglienza. E’ così che nasce il progetto M.A.P., Migranti Accolti in Parrocchia, rivolto a stranieri richiedenti protezione internazionale, attraverso interventi integrati e di cittadinanza. La Caritas e la Fondazione Migrantes diocesane si stanno facendo carico di avviare il progetto MAP, in sinergia con alcuni parroci che aderiscono all’invito del Papa, aprendo le porte delle parrocchie, come segno dello Spirito e occasione di testimonianza ecclesiale verso tutti i fratelli e sorelle migranti.
Abbiamo chiesto a don Akuino Toma Teofilo, direttore della Caritas e della Fondazione Migrantes diocesane, di spiegarci qualcosa a proposito di questo nuovo progetto. Abbiamo chiesto di illustrarci cosa sia il Progetto M.A.P., che finalità abbia e quali obiettivi si prefigge.
“Il progetto Migranti Accolti in Parrocchia (M.A.P.) vuole innanzi tutto essere un agire ecclesiale nei confronti dei migranti, attraverso la testimonianza, la prossimità e la partecipazione attiva delle nostre Chiese, in una audace corresponsabilità territoriale. La finalità del progetto è la promozione di una nuova cultura di “Umanesimo”, dove tutti gli uomini possano amarsi e condividere quel tanto o poco, per ridare a tutti la giusta dignità e la dovuta libertà. Possiamo dire che l’obiettivo principale del Progetto è l’accoglienza, finalizzata all’integrazione e all’inserimento socio-culturale dei migranti, attraverso una decisa collaborazione della Caritas e della Fondazione Migrantes diocesane, già attive nell’accoglienza, nel supporto e nell’orientamento del rifugiato, con le Zone Pastorali, le Unità pastorali, le parrocchie, secondo le possibilità di ciascuno. Il programma di intervento presuppone anche la collaborazione con le istituzioni e i servizi del territorio: Ministero dell’Interno, Prefettura, Comuni, Scuole, ASL, attività commerciali, volontariato ecc.”.
Don Akuino ha ancora spiegato a quale tipologia di migranti si rivolge il progetto M.A.P. “Ricordiamo anzitutto le parole di papa Francesco , che a proposito dei migranti qualche giorno fa ha detto: “Non dobbiamo lasciarci spaventare dal loro numero, ma piuttosto vederle come persone, guardando i loro volti, ascoltando le loro storie, tentando di rispondere meglio che possiamo, alle loro situazioni”. Le persone a cui ci rivolgiamo sono migranti inseriti in un progetto già predisposto, o anche migranti non inseriti in un progetto, o nuclei familiari che non usufruiscono di nessuna assistenza. Non possiamo nascondere la complessità e l’evoluzione continua del fenomeno “migrazione” che nel tempo ha subito molti cambiamenti, dall’emergenza del 2011, chiusa nel 2013, alle diverse modalità di accoglienza predisposte dal governo fino ad oggi; di conseguenza è necessario individuare e favorire l’inserimento di tutti secondo la situazione particolare di ciascuno”.
Ma non sarà facile per le parrocchie affrontare le difficoltà di ordine burocratico, amministrativo, sanitario, in un’accoglienza che si profila complessa già dal suo avvio. Che cosa richiede questo progetto e come si può attuare in concreto?
“La necessità di coordinamento e accompagnamento tra diocesi e soggetti disponibili all’ospitalità, ha ancora aggiunto don Akuino, prevede di concordare le modalità di accoglienza di volta in volta, a seconda delle diverse situazioni: assistenza e consulenza per le pratiche burocratiche, richiesta di permesso di soggiorno, rinnovi, ricorsi, residenza, carta d’identità ecc., rapporti con i servizi sanitari e scelta del medico; attivazione di corsi di alfabetizzazione e potenziamento della lingua italiana; orientamento verso le istituzioni e associazioni e i servizi, attivi sul territorio; accompagnamento all’integrazione sociale e economica; supporto nella ricerca lavorativa e tanto altro ancora. Per questo un’équipe della Caritas e della Fondazione Migrantes diocesane, grazie all’esperienza maturata in questi anni, sono disponibili per il coordinamento e l’ accompagnamento delle singole situazioni, in ogni percorso parrocchiale. Pensiamo, ha concluso don Akuino, anche a breve alla diffusione di un piccolo “Vademecum”, che potrà essere di aiuto per seguire i passi da compiere per l’ospitalità e l’orientamento dei nostri fratelli migranti”.
Che dire di questo progetto? Si tratterà davvero di rimboccarsi le maniche e lavorare su noi stessi anzitutto, ricordando, con le parole di papa Francesco che “Misericordia è il secondo nome dell’Amore”.