CASSINO – Housing Punto Zero: sei famiglie dopo lo sfratto trovano un nuovo alloggio
“Sono le sei le famiglie che, ricevuto lo sfratto esecutivo, hanno trovato alloggio grazie al progetto Housing Punto Zero realizzato dal Comune di Cassino. Un progetto sperimentale che in breve tempo è riuscito a diventare un ottimo strumento di sostegno grazie alla struttura dello stesso che parte dall’accoglienza abitativa transitoria, passa per l’integrazione ed il reinserimento sociale e professionale sino al supporto nella ricerca di abitazioni autonome. Un ringraziamento lo rivolgiamo alla professionalità ed alla pazienza dimostrata dal responsabile e dai dipendenti della Cooperativa Arca impegnati in questo progetto. Un progetto di certo non semplice proprio perché nuovo, il Comune di Cassino è stato il primo a pensarlo ed attuarlo, che si è incanalato nel verso giusto grazie all’impegno degli uffici del secondo settore e di quanti hanno lavorato per rendere realtà un’idea innovativa. Nelle piccole cose così come nelle grandi, quando si crede in un progetto, in particolare se mai attuato, è fondamentale seguire ogni minima cosa che lo riguarda soprattutto all’inizio. Allo stesso modo di come viene seguito un neonato che ha bisogno di attenzione quotidiana affinché riesca ad acquisire quell’autonomia che gli permetta di crescere. Il progetto di co–housing è tutto questo: un neonato che è stato seguito meticolosamente e che adesso, dopo aver raccolto i primi frutti, è pronto a crescere sempre di più e ad essere programmato su scala più ampia per il prossimo anno. D’altronde l’impegno dell’Amministrazione Petrarcone nel sociale è testimoniato dai diversi interventi realizzati, dai tanti progetti messi in campo per far fronte alla situazione di disagio che riguarda, purtroppo, un numero di persone sempre maggiore. Un cammino iniziato 4 anni or sono grazie al quale è stata abbandonata la strada dell’assistenzialismo e si è intrapreso un percorso che mette al centro la persona nella sua interezza. Il Progetto Housing Punto Zero è un ulteriore passo in tal senso grazie al meccanismo allargato su cui si basa che prevede che un cittadino in condizione di sfratto esecutivo, una volta sottoposto a dovuti controlli, possa ricevere una casa sottoscrivendo un patto di servizio ed iscrivendosi al regolamento del volontariato, fornendo, pertanto, senza alcun contributo e con la sola copertura assicurativa, un servizio di poche ore settimanali di pubblica utilità per la cittadinanza. Un processo in cui l’assegnazione della casa per un periodo transitorio di sei mesi- un anno è coadiuvata da una serie di azioni precedenti di natura socio – educativa affinché quella famiglia ritrovi l’equilibrio relazionale ed economico su cui poter costruire un recupero sociale che le consenta in futuro di potersi procurare un’abitazione con proprie forze e risorse. Proprio per questo spiace aver dovuto constatare il rifiuto da parte di persone che avevano i requisiti per rientrare nel co–housing, ma che non hanno voluto cogliere questa opportunità, scegliendo e sottoscrivendo la propria scelta di continuare a vivere in condizioni di forte disagio abitativo. Se il dover condividere degli ampi spazi con altre persone o il dover saltuariamente svolgere dei lavori socialmente utili per la comunità oppure accettare l’aiuto e la consulenza di un educatore familiare sono i motivi che portano alcuni a rinunciare a questo progetto significa che queste persone, poche per fortuna, rimangono molto distanti dal concetto di sociale di questa Amministrazione. Spiace, infine, constatare che quando c’è un problema irrisolto ne parlano tutti, quando, invece, i problemi si risolvono, come nel caso in questione, nessuno ne parla o meglio tutti lo considerano dovuta normalità. Come dice un famoso proverbio: fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Noi di alberi, che cresceranno e diventeranno foreste, ne stiamo piantando tanti. A tal proposito, non stiamo ancora volutamente parlando della prossima realizzazione di nuovi alloggi Ater,, i cui fondi (milioni di euro) sono stati reperiti per merito di pochi addetti ai lavori. La cosa che possiamo dire che il numero di 16 alloggi previsti è destinato ad aumentare.” È quanto emerge in una nota a firma dell’assessore alle politiche sociali del Comune di Cassino Stefania Di Russo.