22 gennaio: San Valerio da Saragozza
Nacque nel corso del sec. III. Secondo alcuni la sua città natale sarebbe stata Saragozza e si suppone la sua appartenenza alla famiglia Valeria che, lasciata Roma pochi anni prima della sua nascita, si sarebbe trasferita in Spagna. Non si hanno comunque particolari più precisi sulle sue origini e sul periodo che precede il suo episcopato. Durante l’impero di Diocleziano egli reggeva la Chiesa di Spagna e verso l’anno 300 partecipò con altri diciotto vescovi a un concilio che si tenne ad Elvira (Spagna), città che si trovava nelle vicinanze dell’attuale Granada. Nell’anno 303 gli imperatori Diocleziano e Massimiano avevano iniziato la persecuzione contro i cristiani e in quel tempo la Spagna era retta da Daciano, un crudelissimo persecutore. Questi fece imprigionare Valerio e il suddiacono Vincenzo e ordinò che insieme fossero condotti a Valenza. Qui giunti li fece rinchiudere in una orribile prigione e li lasciò per molto tempo con pochissimo cibo nella speranza di piegare la loro resistenza. Dopo gli interrogatori subiti a Valenza, Valerio fu condannato all’esilio e a questo punto hanno termine le notizie forniteci dagli Atti. Si narra che durante l’esilio ad Anet (Aragona) Valerio, appresa la notizia del martirio di Vincenzo, avrebbe fatto costruire una chiesa in suo onore. Dopo circa dodici anni di esilio, Valerio morì nel 315 ad Anet e il suo corpo fu sepolto dai cristiani del luogo in una chiesa che si trovava nell’interno della fortezza di Strada.