L’AQUILA – Rimozione rifiuti pericolosi, Corpo Forestale

I forestali del Comando provinciale di L’Aquila del Corpo forestale dello Stato, assieme alla Polizia Municipale di L’Aquila ed il Comune del capoluogo abruzzese hanno provveduto nei giorni scorsi, tramite ditte specializzate, alla rimozione di oltre 65 metri cubi di rifiuti pericolosi abbandonati, misti a terreno contaminato, nelle frazioni del Comune di L’Aquila di Onna, Collebrincioni, Pagliare di Sassa e San Giacomo.

Fin da subito l’attività dei forestali si è sviluppata su due canali: uno di polizia giudiziaria e l’altro di raccordo amministrativo tra gli Enti deputati alla rimozione dei rifiuti smaltiti illecitamente e dall’alto potenziale inquinante, per il contenimento del danno ambientale prodotto.
Le indagini coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di L’Aquila, Simonetta Ciccarelli e svolte dagli agenti del Comando provinciale CFS di L’Aquila, diretti dal Commissario Capo Irene Sebastiani, nonché dalla Polizia Municipale di L’Aquila, hanno portato al rinvio a giudizio di 5 persone per attività di gestione di rifiuti non autorizzata in concorso tra loro e al sequestro cautelare di beni per circa 34.000 euro ai danni degli imputati.
Importante anche l’impulso amministrativo prodotto dai forestali per la rimozione dei rifiuti in stretta sinergia con il Comune di L’Aquila. Immediata all’epoca dei fatti l’ordinanza del Sindaco Massimo Cialente per la messa in sicurezza delle aree inquinate stanziando circa 12.000 euro per le prime attività di contenimento del danno ambientale. La ditta esecutrice ha trattato oltre 65 metri cubi di materiale inquinato e di terreno contaminato dallo sversamento delle sostanza contenute nei recipienti. A processo iniziato il Comune di L’Aquila ha stanziato ulteriori 120.000 euro per lo smaltimento dei rifiuti e per la bonifica definitiva delle aree inquinate, costituendosi parte civile in giudizio.
Il Comandante Provinciale di L’Aquila Dott. Nevio Savini: “I forestali sono costantemente impegnati su tutto il territorio provinciale nelle attività di monitoraggio e contrasto al fenomeno del traffico e della gestione illecita di rifiuti, riconducibili alle operazioni illegali ed ai crimini ambientali, oltre che al comportamento non corretto di alcuni cittadini, condotte che rappresentano una concreta minaccia sia per l’ambiente che per la salute pubblica”.

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