CISTERNA DI LATINA – Confessioni di uno scrittore: la storia del poliziotto che scoprì la Terra dei Fuochi
Terzo appuntamento con il ciclo ‘Confessioni di uno scrittore’, l’iniziativa organizzata presso la Biblioteca Comunale di Cori ‘Elio Filippo Accrocca’ dalla Libreria ‘Voland’ di Cisterna di Latina, in collaborazione con l’Associazione culturale ‘Arcadia’ e il Comune di Cori. Dopo aver accolto Marco Politi con ‘Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivoluzione’ (Laterza) e David Grieco con ‘La macchinazione. Pasolini. La verità sulla morte’ (Rizzoli), domenica 14 Febbraio, alle ore 17:00, verrà raccontata un’altra grande storia, di passione, impegno e coraggio, quella di Roberto Mancini, il poliziotto che ha scoperto la Terra dei fuochi. Il cronista campano Nello Trocchia presenterà ‘Io, morto per dovere’ (Chiarelettere), scritto insieme all’altro giornalista Luca Ferrari. Sarà presente la moglie di Roberto Mancini, autrice della postfazione, Monika Dobrowolska Mancini, mentre la prefazione è a cura di Beppe Fiorello.
Roberto Mancini era il poliziotto comunista che per primo si è messo sulle tracce dei veleni sversati nella terra dei fuochi. Già 20 anni fa, quando era nella Criminalpol, aveva scovato nomi e trame di un sistema criminale fatto di connivenze tra imprenditoria e camorra, politica e massoneria. I risultati di quell’inchiesta sono contenuti nelle sue informative rimaste a lungo chiuse nei cassetti della Procura Antimafia di Napoli. Roberto Mancini è morto il 30 Aprile 2014 per un tumore contratto durante i sopralluoghi sui terreni avvelenati di Gomorra. È stato riconosciuto dal Ministero dell’Interno come “vittima del dovere”, ma la sua speranza più grande è ancora viva: i suoi rapporti infatti stanno giocando un ruolo fondamentale nel processo contro Cipriano Chianese, l’ideatore dell’ecomafia, sotto accusa per disastro ambientale.
Il volume, nelle librerie dal 12 Febbraio, racconta la vita e le verità di Roberto Mancini attraverso le testimonianze dei familiari, dei suoi amici più cari, dei colleghi di quel periodo e dei suoi documenti d’indagine. Ma mette a nudo anche il silenzio delle istituzioni e l’assenza dello Stato. Roberto Mancini è stato stroncato dalla malattia, ma prima ancora lo hanno ucciso l’indifferenza e l’omertà. Se la sua battaglia umana e professionale fosse stata accolta prima si sarebbe potuto evitare il più grande inquinamento territoriale d’Italia. Il testo contiene anche una lettera di Mancini, che avrebbe dovuto essere l’incipit di un libro che aveva iniziato a scrivere. La vicenda è diventata subito una fiction, in onda il 15 e 16 Febbraio, alle ore 21:20, su Rai Uno, col titolo ‘Io non mi arrendo’, diretta da Enzo Monteleone e prodotta da Picomedia, con Roberto Mancini interpretato da Beppe Fiorello.