ALATRI – Comune e Acea presenti alla conferenza dei sindaci
Il sindaco ha una linea e i consiglieri comunali della maggioranza un’altra. A proposito dell’intervista del sindaco Morini a “Ciociaria Oggi”, che smentisce molte esternazioni “social” dei suoi sostenitori e, soprattutto, le attese dell’intera cittadinanza. E non dice nulla sull’accusa mossa dall’Authority dell’energia e del servizio idrico all’Ato5 (sindaci e provincia) di aver deciso le tariffe accettando, senza alcun controllo, i dati forniti dall’Acea.
Quale è la posizione dell’amministrazione comunale di Alatri sull’Acea? Quale sarà il comportamento del sindaco Morini nell’assemblea dei sindaci del 18? Dalle esternazioni “social” di alcuni consiglieri comunali della maggioranza ci eravamo illusi che, alla fine, anche i più strenui difensori dell’attuale gestione del servizio idrico avessero alzato bandiera bianca, passando dalla parte dei sostenitori della risoluzione del contratto. Oggi leggiamo sul quotidiano “Ciociaria Oggi” una lunga intervista a Morini che giudica demagogica questa scelta e ribadisce che l’Acea deve rimanere al suo posto anche se è necessario costringerla a rispettare il contratto: un’affermazione che mi pare equivalga ad ammettere che finora così non è stato.
Il sindaco dovrebbe, però, spiegare come mai e perché questa azione, che oggi egli preannuncia risoluta, non è stata finora condotta con efficacia e, sulla base di quali motivi, ritiene che da domani in poi diventerà possibile quello che non è stato possibile fino a oggi.
Chiedere il rispetto del contratto è agitare “una tigre di carta”, perché è il contratto stesso ad essere sbagliato. È il contratto a non prevedere quelle misure minime di tutela dei cittadini e delle famiglie come, per dirne una ma la più importante, l’esplicito obbligo di non sospendere in nessun caso la fornitura d’acqua, perché l’acqua è un diritto e una proprietà pubblica. Se si vuole che la logica commerciale non resti – come pure teme Morini – l’unico parametro a regolare le nostre vite e i nostri bisogni non si può tenere in piedi un contratto che si regge esclusivamente su questa logica, ignorando la natura del bene che è oggetto del commercio.
E, del resto, nella delibera dell’Autorità dell’energia e dei servizi idrici riguardante il riconoscimento del pesante conguaglio sulle tariffe che peserà per altri 53 milioni di euro sui bilanci delle nostre famiglie – una cui sintesi è stata pubblicata nei giorni scorsi dalla stampa – si fa polemico riferimento ai mancati controlli esercitati da sindaci, Segreteria Tecnica Operativa, Autorità d’Ambito (la provincia) e più o meno li si invita tutti a non lamentarsi adesso che il danno è stato fatto. Osservazioni analoghe compaiono nelle sentenze dei Tar che hanno annullato le ordinanze di riattivazione del servizio di fornitura assunte da alcuni sindaci, tra cui il nostro. Per evitarlo, secondo noi, sarebbe bastato motivarle meglio. Ma la fragilità giuridica di quelle ordinanze è rivelatore dell’improvvisazione con la quale è stato affrontato un tema tanto importante e vitale.
Riguardo l’approvazione della tariffa, richiamata da Morini a suo merito, e su cui grava indubbiamente tutto il peso del confuso e inconcludente contenzioso della Giunta provinciale guidata da Iannarilli, c’è da chiedere perché, in quell’assemblea, non si sia preteso dall’azienda non tanto il rispetto del contratto quanto piuttosto il suo cambiamento. Non sarebbe stata quella l’occasione, per esempio, di obbligare l’Acea a inserire i misuratori d’aria nei contatori, la cui fattibilità ha evidenziato il presidente dei comitati dell’acqua pubblica Mario Antonellis?
E non sarebbe stata quella la sede giusta per chiedere di rivedere in profondità il rapporto tra comuni e ATO5, cui è stato demandato il ruolo di unico interlocutore dell’Acea, espropriando di fatto i primi – e sia pure con il loro stesso beneplacito – del diritto e del dovere di rappresentare e tutelare direttamente i cittadini dalle inadempienze del gestore?
E, soprattutto, il sindaco di Alatri dovrebbe dare qualche spiegazione sull’affermazione che si legge nella delibera dell’Authority dell’energia e del servizio idrico secondo cui decidendo le tariffe la Segreteria Tecnico Operativa (consulente dei sindaci) si sarebbe limitata a valutazioni solo formalistiche sui dati forniti da Acea Ato 5.Tanto che la medesima Authority promette di avviare verifiche ispettive sia presso l’Ato5 sia presso il gestore sulla correttezza dei dati utilizzati (si veda la “Provincia” di ieri che intitola “Se è il gestore a portare al guinzaglio l’Ato5”).
È vero, è difficile districare questa matassa, ma la matassa è stata aggrovigliata da anni di complicità, indifferenze, superficialità equamente distribuite tra tutti gli attori, personaggi secondari e suggeritori compresi, che si sono succeduti nel mettere in scena la commedia. Che si è trasformata per i cittadini più deboli in tragedia e che, per la nostra vita pubblica, sta ormai volgendo in farsa. Una costosa farsa.
Tarcisio Tarquini