FROSINONE – Predisposizione area di crisi complessa, Amata: Occorre lavorare da squadra
“Sulla scorta di quanto accaduto per la zona del Piceno, sarebbe opportuno che la nostra provincia si adoperasse per sfruttare la possibilità di ottenere il riconoscimento come area di crisi complessa da parte del Ministero dello Sviluppo Economico”.
Lo dichiara in una nota il vicepresidente della Provincia di Frosinone Andrea Amata.
“Il nostro territorio è soggetto ad una grave recessione economica e ad una perdita occupazionale, di rilevanza anche nazionale. Richiedere il riconoscimento di area di crisi industriale complessa significa usufruire di finanziamenti nazionali straordinari tesi ad intervenire sui fabbisogni anche infrastrutturali, riqualificare le aree interessate, riconvertire le aree industriali dismesse, rioccupare gli addetti in esubero attraverso un Piano di Riconversione e Riqualificazione industriale (PRRI), per dare vita ad una “offerta localizzativa” dell’area che possa portare investimenti e nuova propulsione all’economia locale, attraverso un nuovo Accordo di Programma maggiormente calibrato sul tessuto socio-economico territoriale”
“Una copiosa linfa di risorse e investimenti per non accartorciarsi in una condizione di avvilente sterilità – spiega Amata – ricostruendo parte dei posti di lavoro bruciati da una crisi che non accenna a placarsi. Solo affrontando in modo univoco e sistematico i problemi che attanagliano il nostro territorio, possiamo maturare soluzioni efficaci, attingendo a misure straordinarie perchè le proposte ordinarie sarebbero inutili sedativi destinati ad amplificare il fenomeno di crisi in atto. Abbiamo vissuto in questi anni l’esperienza di “scosse sismiche” che si sono propagate a raggiera, coinvolgendo settori economici trainanti. La mancanza di consapevolezza della fragilità occupazionale nella nostra provincia può comportare un principio di anestetizzazione sociale e, quindi, assuefazione e accettazione fatalistica di una realtà drammatica. La virulenza della crisi ha gelato sui rami i germogli di ristrutturazione del sistema produttivo locale, pertanto occorre preservare quei germogli per farli sbocciare una volta che la crisi sia passata. Dunque, riconoscere il territorio come area di crisi complessa per dirottare risorse e investimenti affinché l’apparato industriale e il tessuto delle piccole e medie imprese non si raggrumi in entità irrilevanti”.
“Sulla base di questa riflessione – conclude Amata – appare necessario muoversi su linee di intervento straordinarie, ognuno per il suo ruolo di competenza, attraverso un lavoro congiunto e non conflittuale tra la politica, le istituzioni e la classe imprenditoriale. Come da sempre sostiene il Presidente di Confimprese Italia Guido D’Amico occorre che ci si muova in un’ottica di squadra: solo facendo sistema e sfruttando le opportunità che la normativa mette a disposizione, proprio per quei territorio che dimostrano di saper marciare compatti, l’economia locale potrà avere quello choc positivo, benefico non solo per la produzione, ma soprattutto per l’occupazione”.