FROSINONE – Federlazio, Battisti sull’addio di Amazon alla Ciociaria
“Con un paradosso si potrebbe dire ben venga la rinuncia di Amazon ad insediarsi a Frosinone, se questo serve a riaccendere una volta per tutte i riflettori sulla situazione di criticità in cui versa il nostro territorio. E l’intervento della senatrice Spilabotte sull’Inchiesta di ieri ha il merito di aver nuovamente richiamato l’attenzione sul tema”, ha dichiarato il direttore della Federlazio di Frosinone Roberto Battisti (nella foto), che aggiunge “Forse noi possiamo non conoscere con precisione il motivo principale che ha indotto il colosso americano a compiere la sua scelta, ma almeno una cosa la possiamo dire con tutta evidenza: Amazon di fatto ha ritenuto per sé meno conveniente e meno strategico insediarsi in Ciociaria che non a Rieti. Questo è l’unico dato di fatto incontrovertibile. Ciò significa che è il territorio nel suo insieme, dal punto di vista della condizione delle infrastrutture, della qualità dei servizi amministrativi, insomma della funzionalità sistemica, a non essere riuscito a rappresentare un valido appeal per il n.1 mondiale del commercio elettronico“.
“Tutto questo però – prosegue il direttore della Federlazio – difficilmente può essere imputato all’incapacità degli imprenditori locali. I quali, quando vengono messi nelle condizioni di poter utilmente svolgere la propria attività rispondono sempre. Ma non per mera buona volontà, bensì per il semplice motivo che l’impresa nasce per produrre valore per l’imprenditore, retribuzioni per i lavoratori e ricchezza per il sistema nel suo insieme. Quando sussistono le condizioni, gli imprenditori sono i primi a coglierle perché è nel loro DNA e perché e nella funzione stessa dell’impresa. Quello che invece abbiamo dovuto riscontrare, purtroppo, è che molto spesso sono stati gli strumenti di politica industriale pensati per questo territorio a risultare inadeguati, come anche la senatrice Spilabotte rileva nella sua intervista. I nostri imprenditori ci segnalano tutti una complicatezza degli strumenti, una farraginosità e un lentezza delle procedure che mal si conciliano con la gravità della situazione attuale e con le esigenze delle Pmi in particolare. Queste ultime hanno invece bisogno di strumenti semplici, che non le obblighino a ricorrere all’aiuto di professionalità esterne per poterli utilizzare. Chi ritiene di avere un progetto per lo sviluppo della propria impresa devo poterlo presentare ‘a sportello’, deve avere il diritto ad una valutazione in tempi rapidi e deve poter disporre di quanto eventualmente concesso in tempi altrettanto rapidi, perché sono questi i tempi dell’economia e dell’impresa. Troppo spesso, invece, è accaduto che siano stati i tempi della politica e della burocrazia, purtroppo, a dettare le regole. E finché non si invertirà questo ordine di priorità sarà difficile che si possano aggredire alle radici i nodi della crisi.”
“Peraltro – conclude Battisti – la nostra provincia è oramai giunta ad una situazione di difficoltà così grave che probabilmente necessita di quelle che la Federlazio nella sua ultima Indagine congiunturale ha definito “misure shock”, ovvero di un piano di misure straordinarie all’altezza della gravità e soprattutto della natura strutturale della crisi. Misure che possono andare dalla revisione dell’accordo di programma Frosinone-Anagni fino a un ragionamento che implichi anche la possibilità di istituire una Zona Economica Speciale, come pure richiamato dall’Assessore regionale alle attività produttive Fabiani in occasione degli stati generali dell’industria il 22 febbraio scorso. Con misure semplici e di rapido utilizzo e soprattutto predisposte con il coinvolgimento attivo degli imprenditori che poi dovranno usufruirne, si può sperare di innescare un percorso virtuoso di fuoriuscita dalla crisi. Viceversa, ci ritroveremo tutti periodicamente a ripetere le stesse cose senza sosta ma anche senza costrutto”.