FROSINONE – Riconoscimento area di crisi, nuova proposta da D’Amico (Confimprese)
“L’interesse esiste! Ma ora bisogna passare rapidamente alla fase successiva, quella operativa. Altrimenti resteranno soltanto le buone intenzioni, delle quali, come si sa, sono lastricate le vie dell’inferno.
Battute a parte, il riconoscimento di area di crisi o meglio di “zona economica speciale” potrebbe rappresentare la svolta per quella politica di crescita e sviluppo tanto cara al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. E’ stato proprio lui, unitamente all’assessore Fabiani, a parlare di questa opzione agli Stati Generali dell’Industria del Lazio. Ho ritenuto opportuno introdurre questo elemento nel dibattito e le prese di posizione favorevoli sono incoraggianti. Tra queste ci sono quelle dei consiglieri provinciali Andrea Amata e Danilo Magliocchetti, che ringrazio e ai quali chiedo di effettuare un passo ulteriore: facciamoci promotori dell’attivazione di un “Patto per Frosinone”; di un tavolo di confronto sul tema, coordinato dalla Provincia, magari collegato a quello del Comitato per lo sviluppo. Una iniziativa in tal senso sarebbe auspicabile e hanno tutte le carte in regola per assumerla. Noi ci saremo, in prima fila.
Il riconoscimento di “zona economica speciale” consentirebbe sgravi fiscali e incentivi, dando la possibilità di investire e assumere.
Qui non si tratta di inventarsi niente. La Zes (zona economica speciale) ha fatto la fortuna (letteralmente) di Paesi come la Russia, la Cina, la Polonia. Dove addirittura sono state previste delle regioni geografiche dotate di una legislazione economica differente dalla legislazione in atto nella nazione di appartenenza. Attraendo maggiori investimenti stranieri. Qui si tratterebbe di prevedere questa opzione in territori, come la Ciociaria, massacrati dalla crisi, che ha prodotto chiusura di aziende e perdita di posti di lavoro.
La Provincia potrebbe essere l’ente capofila di un progetto che andrebbe a interfacciarsi con le strategie della Regione. Prima ci si muove e meglio è. Dal momento che le prese di posizione sono tutte nella stessa direzione, allora acceleriamo i tempi. Avanziamo una proposta concreta, con tanto di mappatura del territorio e possibilità di investimenti. Tutti insieme: politica, associazioni di categoria, sindacati, semplici imprenditori, forze del III settore. La Provincia faccia uno scatto in questa direzione e assuma l’iniziativa.
Allo stesso tempo però esprimiamo tutto il nostro stupore, per quel che ci viene riportato, sulle modalità e l’oggetto della convocazione per il prossimo 9 marzo, presso la Regione Lazio, del Comitato Tecnico “Lavoro e Sviluppo del Frusinate per far fronte alle problematiche occupazionali del territorio”. Il tutto a seguito del “Comitato di coordinamento dell’Accordo di Programma Frosinone-Anagni”. Cosa si vuol dire o fare?
Non riusciamo a comprendere. Intanto perché viene messo da parte il Comitato Vertenza Frusinate, al quale erano stati assicurati impegni precisi, finora disattesi. Poi vorremmo sapere a cosa serva convocare il Comitato di coordinamento dell’Accordo di Programma, uno strumento che nei fatti è già fallito.
A questo strano gioco delle parti non ci stiamo”.
Confimprese Frosinone – Guido D’Amico