PICINISCO – Musica e tradizioni popolari, DeCalamus pronto a pubblicare il suo primo album
Dopo oltre dieci anni di intensa attività artistica e di ricerca sul campo, l’ensemble DeCalamus di Picinisco si appresta a pubblicare il suo album di debutto in cui sono raccolti dieci brani tra tradizionali e composizioni originali, che rappresentano il risultato di un lavoro intenso ed appassionato sulle tradizioni popolari della Valle di Comino, situata in provincia di Frosinone al confine tra Lazio, Abruzzo e Molise. Ad anticipare l’uscita del disco, prevista per la primavera di quest’anno, è il videoclip di “Vento” (https://youtu.be/5ulmhEJZUDg), ouverture strumentale di rara bellezza, caratterizzata da un crescendo raffinato, nel quale viene evocata la brezza che pervade la Valle di Comino, un soffio ora etereo ora imperioso, su cui viaggiano la memoria che fa da ponte tra passato e futuro, raccontando la storia di un popolo e della sua terra.
“Vento” e altri brani del nuovo album in uscita, verranno presentati in anteprima nel corso di un mini tour in Francia, nel corso del quale l’ensemble DeCalamus, si esibirà venerdì 18 marzo alle ore 20,00 durante la prestigiosa rassegna Printemps des bretelles. Le festival des Accordeons du Monde de la Ville D’Illkirch-Graffenstaden, e sabato 19 marzo alle ore 21,00 presso la sala della Fondazione Louis Carlesimo ad Orly (Parigi).
Qualche anticipazione sul disco in uscita:
Frutto di un rigoroso lavoro di ricerca sul corpus di canti e danze popolari della Valle di Comino, il disco di debutto dell’ensemble DeCalamus, nel recuperare e valorizzare le strutture melodiche e ritmiche della tradizione, volge lo sguardo verso il futuro e la ricerca di nuovi timbri e sonorità, attingendo dalle musiche dell’Italia Meridionale come da quelle del Mediterraneo. Il lavoro dell’ensemble laziale si è indirizzato, dunque, non solo verso la scrittura di arrangiamenti originali, ma anche alla composizione di brani originali, le cui radici sono ben adese al patrimonio popolare della loro terra. Una piccola rivoluzione che li vede non solo interpreti della tradizione, ma diventarne parte loro stessi, quali depositari di quella cultura orale passata da bocca ad orecchio, da strumento a strumento, attraverso i suonatori itineranti che attraversavano la dorsale Appenninica. Torna, così, alla luce il fascino di un patrimonio musicale spesso dimenticato, come quello del Basso Lazio, nel quale ballate narrative, serenate, canti di lavoro e danze tradizionali racchiudono la poesia semplice ma allo stesso tempo intensa della cultura contadina. In questo contesto, a colorare ogni brano è l’uso di una strumentazione prettamente acustica, in cui zampogna, ciaramella ed organetto dialogano, sul ritmo dei tamburi a cornice, avvolgendo ed accompagnando le tre voci che si alternano al canto.
Voci: Maura Amata, Serena Pagnani
Fisarmonica e Zampogna a chiave: Marc Iaconelli
Ciaramella, Zampogna Zoppa e Voce: Massimo Antonelli
Organetto: Francesco Loffredi
Flauto e Ottavino: Luca Lombardi
Percussioni: Laura Fabriani – Francesco Manna
Contrabasso: Carlo Sabellico
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