AVERSA – Il giovane Ciro Cipullo attore nella seconda serie di ‘Gomorra’

Grinta, passione e tanta umiltà. Si può riassumere in questi tra aggettivi la personalità di Ciro Cipullo, 18enne che ha fatto parte del cast di attori della seconda serie di “Gomorra”. Lui che è cresciuto nel cuore di Aversa, sempre con lo sguardo più in alto di piazza Vittorio Emanuele, ma con la testa e con i piedi ben saldi a terra.
L’opportunità avuta è di quelle importanti, ma , quando si parla di svelare i dettagli del ruolo interpretato, l’attore si cela dietro il velo del mistero: “Posso dire solo che dovete aspettarvi interpretazioni sulla scia degli episodi della scorsa stagione, ma non aggiungo altro. Lascio spazio alla vostra immaginazione. Di sicuro non sarò il bravo ragazzo della porta accanto. È importante – continua – sottolineare quanto sia appropriato l’utilizzo del termine “ruolo”, che prescinde da quella che è la mia personalità. Ritengo che interpretare ruoli lontani dal proprio essere, sia un modo per mettersi in gioco e conoscere le varie sfaccettature di sè. È come porsi davanti ad uno specchio”.
Com’è stato lavorare con una troupe di livello televisivo mondiale? “È stato emozionante – afferma col sorriso Cipullo -. Difficoltà vere e proprie non ce ne sono state, anche perchè la produzione ha cura degli attori con cui entra in contatto; c’è un’assistenza continua che ti supporta. Se mi sento una persona diversa rispetto a quella del provino? Sì, per quel che riguarda il mio profilo professionale, è stata un’esperienza molto formativa. Ho scelto di prendere parte alla serie perché, in primis, Gomorra è un format di grande valenza, poi era una mia profonda aspirazione. Cosa hanno detto i miei amici quando hanno saputo che ero stato selezionato? Hanno gioito con me”.
I rapporti con gli altri componenti del cast? “Sicuramente buoni. Persone simpatiche e disponibili. Gli antipatici ci sono, ma non te li dico. Non posso dire che c’è una persona in particolare che mi ha trasmesso delle sensazioni. In realtà tutti coloro i quali hanno interagito con me professionalmente, mi hanno dato un qualcosa di unico, raro”.
Un’esperienza indimenticabile ed una città insostituibile: “Roma – osserva l’attore – rappresenta per me una seconda casa. È nei miei progetti trasferirmi nella capitale, anche per agevolare la mia carriera lavorativa. Montagna difficile da scalare quella del professionismo? No, bisogna solo credere nei propri sogni e studiare tanto. Devo ringraziare i miei genitori per aver fatto in modo che la mia passione diventasse il mio lavoro. Il momento che porterò dentro per sempre? Quando ho conseguito il diploma in recitazione all’accademia delle arti teatrali “Teatro Totò”.
Presente e futuro: “Innanzitutto – senza indugi Cipullo – devo concludere gli studi. Prossimamente sarò impegnato in un lavoro cinematografico. Per me è fondamentale la formazione, lunga vita alle scuole di recitazione”. Determinazione e talento: “Credo in me stesso e nelle mie potenzialità, allo stesso tempo so che ho ancora tanta strada da fare. Posso comunque dire di ritenermi un piccolo talento aversano”.
Il teatro di oggi: “Credo sia in fase espansiva. È un luogo in cui la riproduzione è impossibile, è fatto di spazi, corpi, parole, silenzi. Il teatro o è o non è. È emozione perchè vive della compresenza tra chi agisce e chi vi partecipa. Oggi la sua rivisitazione in chiave moderna, purtroppo, accontenta la massa con rappresentazioni che non hanno nulla a che vedere con i cardini del teatro storico. Gli attori non sono più veri; non “vivono”, ma recitano le parti”.
Un saluto ai lettori: “Ciao a tutti e mi raccomando, ci vediamo dal 10 maggio su Sky Atlantic HD”.

Intervista di Biagio Russo

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