ALATRI – Tarquini attacca il Sindaco: Carica politica incompatibile con la professione
Da Tarcisio Tarquini, rappresentante di ‘Alatri in Comune’, riceviamo e pubblichiamo il testo integrale della seguente lettera aperta inviata all’attenzione del Sindaco, Giuseppe Morini:
Signor Sindaco,
nel momento in cui lei avvia la sua campagna elettorale, ritengo che debba chiarire in maniera definitiva la sua posizione professionale in rapporto al comune che presiede e guida. È una questione che tocca il delicatissimo tema della estraneità delle cariche pubbliche a posizioni che possono determinare, anche potenzialmente, conflitti di interesse, ma riguarda anche quello della salvaguardia professionale e della parità delle opportunità di lavoro per un nutrito gruppo di professionisti che operano nel suo stesso settore, i quali hanno il diritto di attendersi comportamenti imparziali da chi rappresenta le istituzioni.
Il chiarimento che le chiedo non lo deve a me, ma a tutti i cittadini, di cui oggi sono un semplice portavoce: essi debbono conoscere la ragione per la quale lei e il Consiglio comunale, che avrebbe potuto colmare la sua eventuale omissione, non abbiano ritenuto applicabile al suo caso la incompatibilità con la carica di sindaco espressa dagli articoli 63 e 78 del Testo Unico degli Enti Locali.
I due articoli, infatti, esaminando le cause che rendono incompatibile l’esercizio delle cariche di consiglieri comunali, assessori e sindaco, affermano con chiarezza che non può essere sindaco chi eserciti la professione di geometra, ingegnere o architetto nello stesso comune del quale è primo cittadino.
Mi sembra che questo sia il suo caso, ingigantito – non diminuito – dalla circostanza di aver conferito la delega all’urbanistica a un professionista collaboratore suo e del suo studio il quale perciò è venuto a trovarsi nella medesima sua condizione di incompatibilità.
Lei e l’assessore all’urbanistica, nel momento di assumere i rispettivi incarichi – è questa la condizione su cui legge e giurisprudenza relativa concordano – avete posto fine a ogni attività riferita al territorio comunale, troncando così il presupposto dell’evidente conflitto di interessi?.
Può affermare sul suo onore, e davanti alla città che così è stato? Che lei, cioè, non ha esercitato né esercita, direttamente o per il tramite di altri, l’attività di ingegnere curando pratiche urbanistiche ed edilizie che riguardano Alatri e il suo territorio? E può escludere, se così non è stato, che la sua carica istituzionale abbia potuto, pur non volendolo, condizionare i suoi amministrati nella scelta del professionista cui affidarsi?
Una specifica domanda rivolgo ai consiglieri comunali che, all’atto dell’insediamento della massima Assise comunale, non hanno ritenuto doveroso formularle negli stessi termini la contestazione che oggi sono io, semplice cittadino, a muoverle. Ed è questa: quale motivo, quale considerazione di merito legislativo od opportunità politica hanno impedito al Consiglio comunale – chiamato al dovere della sorveglianza su questa materia – di pretendere che tutti i dubbi sulla sua posizione fossero fugati e risolti, con l’atto semplice di certificare l’abbandono della professione nell’ambito delle competenze comunali o, come estrema soluzione, con le dimissioni dal suo incarico pubblico?
Non credo che le prossime elezioni comunali possano svolgersi, con la serenità che tutti chiediamo, se una questione di tanto rilievo non sia definitivamente chiarita. La nostra città non può sopportare nemmeno il sospetto che il suo primo cittadino lo sia non avendo sentito, e non sentendo ancora oggi, l’obbligo di osservare, formalmente e sostanzialmente, la legge fondamentale degli enti locali.
Attendo, perciò, affidandomi al suo scrupolo, una risposta inequivocabile di cui si assumerà davanti a tutti la responsabilità.
Distinti saluti
Tarcisio Tarquini