REGIONE – DDL Morassut-Ranucci, Abbruzzese: Nessuna risposta alla mia richiesta di consiglio straordinario
“La maggioranza continua a fare orecchie da mercante sulla convocazione consiglio straordinario da me richiesto per affrontare la tematica relativa al riordino delle Regioni e le conseguenze disastrose che il ddl Morassut/Ranucci potrebbe arrecare al territorio del Lazio. Inoltre, nonostante la giunta regionale si sia impegnata, sempre su mia proposta a intraprendere una serie di studi sugli effetti economici e sociali del provvedimento de quo sulla nostra Regione, ad oggi niente è stato fatto. E’ palese che questo è un tema scomodo per Zingaretti visto e considerato che i suoi compagni di partito, nella loro proposta, prevedono lo smembramento della seconda entità territoriale in termini di Pil”. Lo ha dichiarato Mario Abbruzzese consigliere regionale di Forza Italia del Lazio e presidente della Commissione Speciali Riforme Istituzionali.
“Tale confronto in aula è ormai improcrastinabile. Il Lazio, una delle piu importanti Regioni d’Italia non può essere dissolto nel nulla, come vogliono Murassut/Ranucci , che addirittura accorpano le province di Frosinone e Latina alla Campania nella Regione Mediterranea. Un’ eventualità da scongiurare assolutamente.
Anche l’Anpci Lazio, nei mesi scorsi ha chiesto un parere a tutti i Sindaci delle città al di sotto dei 15.000 abitanti del territorio, come riportato anche dalla stampa.
Forza Italia a livello nazionale ha accolto la mia proposta ridisegnare il nostro paese in base alle circoscrizioni delle elezioni europee. Questa ipotesi prevedere l’istituzione di 5 Macroregioni. Il Lazio secondo questa riorganizzazione farà parte della Macroregione dell’Italia Centrale, insieme a Toscana, Abbruzzo e Marche.
Secondo alcuni studi, infatti, la definizione delle Macrogioni garantisce maggiore efficienza ed economicità della programmazione territoriale, nonché della coesione territoriale e dei livelli essenziali delle prestazioni, alle economie di scala possibili nel governo di vaste aree omogenee; evita gli squilibri territoriali determinati dalla istituzione di città metropolitane dotate di competenze simili a quelle delle attuali regioni, e la restante parte del territorio delle aree limitrofe”. Ha concluso Mario Abbruzzese.