CASSINO – Tullio Di Zazzo dopo la conferenza post-sentenza Acea
Un attacco frontale non solo a Petrarcone che ha permesso che si arrivasse a questo punto, ma anche agli altri esponenti politici del territorio, oggi in corsa per le elezioni, che si ergono a difensori dei cittadini, ma in realtà per un motivo o per un altro sono tutti legati a chi ha favorito la privatizzazione dell’acqua, invece di difendere il principio che l’acqua debba assolutamente restare pubblica.
Tullio Di Zazzo ha incontrato la stampa sulla vicenda della sentenza Acea ed ha avuto parole di dura condanna per tutti, assicurando che come primo cittadino sarebbe invece l’unico a potersi opporre davvero, non solo a parole, alla consegna degli impianti.
“Per poter guidare questa battaglia, come tante altre, non bisogna avere conflitti di interesse ed io posso dire con orgoglio di non averne e di potermi opporre con forza a questa decisione.
Posso anche dire con altrettanto orgoglio che se oggi siamo qui a parlare di questa sentenza è soltanto perchè io nel ’97 mi sono rifiutato di consegnare l’acquedotto cassinate all’Acea. Petrarcone nel ’96 era già pronto a consegnare tutto, ha aderito all’Ato ed in questi ultimi cinque anni di amministrazione non si è presentato davanti al Tar per difendere l’acqua pubblica.
Oggi viene a dirci che questa sentenza in fondo se l’aspettava io aggiungo che non ha fatto nulla per evitarla. Vi ricordo poi che con Petrarcone c’è il gruppo di Scalia che con la gara ha di fatto consegnato l’acqua pubblica all’Acea.
Se poi vogliamo esaminare le posizioni di Mosillo e D’Alessandro che oggi raccontano agli elettori di essere scandalizzati e di essere dalla loro parte: il primo, che qualcuno chiama “ill giovane Renzi”, è rappresentante dei Pd e con lui ci sono esponenti del nuovo centrodestra, che al governo hanno votato favore dell’acqua privata. Il secondo si vanta di essere il rapresentante dei partiti che hanno votato il Decreto Ronchi e che hanno preso posizione in favore della privatizzazione nel referendum sull’acqua.
Allora come possono oggi raccontare agli elettori di voler difendere l’acqua pubblica. Io spero che gli elettori si informino davvero su questo argomento per capire chi sta solo parlando e chi, invece, ha fatto e farà cose concrete per difendere l’acqua pubblica.
Con me oggi non ci sono partiti, accanto a me sono sedute persone che hanno competenza: Michele Leva, Giuseppe Martini e Fausto Pellecchia. Manca Antonio Capaldi perché in Inghilterra. Tutte persone che si sono fortemente battute perchè l’acqua restasse dei cittadini.
Acea ha fatto utili sull’acqua per 197 milioni di euro – aggiunge Di Zazzo – e siccome anche il Comune di Roma è socio di Acea, sappiate che con i nostri soldi si vanno a tappare le buche di Roma, ma noi tutti dovremmo pagare conti ben più salati di quelli che pagano i cittadini romani per l’acqua”.
Di Zazzo ha poi portato un esempio pratico per far comprendere quanto questa privatizzazione potrebbe costare alla città, alle sue attività: “Ho qui il conteggio di un noto ristorante-albergo di Cassino che attualmente paga 11mila euro all’anno per l’acqua. Con il passaggio ad Acea lo stesso imprenditore si ritroverebbe a pagare oltree 60mila euro. Questo vuol dire uccidere le attività, farle chiudere. Pensate a quanti usano l’acqua per il loro lavoro: oltre ai ristoranti ci sono bar, parrucchieri. Quanti di loro potranno restare aperti con un aumento così sostanzioso?”.
“Ora però tutti vogliono impadronirsi della delibera portata in Consiglio da Durante, Palombo e Iannone, ma i veri estensori sono a questo tavolo oggi.
Quello che io posso assicurarvi e che, se avrò questa opportunità come sindaco, la prima cosa che farò sarà un’ordinanza per oppormi alla consegna degli impianti, un atto disobbedienza civile contro le indicazioni che abbiamo ricevuto. E posso farlo perchè non ho conflitti di interesse, su questo tema e neppure su altri”.
Sul tema dell’acqua poi Di Zazzo pone l’attenzione anche su un altro dettaglio non certo da poco. Per i cassinati tutta questa storia è una vera spina nel fianco, perchè da una parte regalano acqua e dall’altra si ritrovano a pagarla a peso d’oro.
“C’è poi il problema di Acqua Campania con cui c’era una convenzione che prevedeva 200 litri al secondo, ma Petrarcone ha sottoscritto una nuova convenzione che prevede il pagamento da parte del Comune di Cassino per le eccedenza sull’acqua immessa nell’acquedotto. E, visto che la rete idrica è ormai vecchia e deteriorata, i 200 litri al secondo non bastano più”.