CEPRANO – Atto vandalico a Cassino, prende posizione anche il sindaco di Ceprano

Un altro episodio di vandalismo contro un simbolo della legalità a Cassino. Stavolta è toccato alle mani che, sollevandosi dal terreno, vogliono ricordare le vittime dell’inquinamento criminale dei territori contro il quale, troppo spesso, poco si è fatto. Nel silenzio che, per anni, ha protetto gli untori mafiosi e non, in questa provincia come nel resto d’Italia, una voce ha urlato forte contro il malaffare, facendo accendere i fari sul buio della terra dei fuochi e sugli sporchi affari in questo territorio. Roberto Mancini, ispettore di polizia, ha rappresentato la punta più avanzata nel contrasto agli sporchi traffici delle organizzazioni criminali e il suo impegno sul campo lo ha pagato con vita, ammalandosi per aver respirato l’aria fetida dei siti avvelenati. Mi chiedo perché accanirsi contro quell’opera semplice ma significativa che ricordava quest’uomo. Un uomo cui questa provincia deve qualcosa, se è vero, come scritto negli atti, che la banca “lavatrice”, che doveva custodire e ripulire i soldi sporchi dei casalesi, provento dell’avvelenamento dei territori, non aprì grazie alle sue indagini. Già perché quella banca doveva aprire qui in Ciociaria a Cassino, ma Roberto arrivò in tempo e l’operazione, immaginata da imprenditori locali e criminali sul più bello saltò. Ora è doveroso rispondere perché sia chiaro che questa terra ha scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di “Roberto”.

Marco Galli – Sindaco di Ceprano

Potrebbero interessarti anche...