CECCANO – PSI: L’ennesimo ‘divieto assoluto’ dell’amministrazione Caligiore

Quanto piace il nesso “divieto assoluto” all’attuale Amministrazione comunale? Tanto, tanto e ancora tanto.

E così, a Ceccano, ultimamente, per ogni cosa si fa divieto assoluto.

Divieto assoluto di alzare la polvere in casa per evitare di aggravare i livelli delle polveri sottili; divieto assoluto di sposarsi al Castello dei Conti altrimenti, per usare le parole di Camilleri/Montalbano parrebbe -ma non ci sarebbero le prove- che un tale Assessore “pretigno” si possa arrabbiare; divieto assoluto di fare le commissioni comunali con carattere preventivo e propositivo ma solo postume e, anzi, meglio se dopo un paio di mesi dall’evento o della realizzazione in discussione.

In ordine di tempo, l’ultimo “divieto assoluto” piombato minaccioso in città è quello contro l’utilizzo dell’acqua proveniente dalla conduttura potabile per innaffiare orti e giardini, lavare l’auto, i piazzali e vie private, neppure se precedentemente stoccata in cisterne. L’Ordinanza che lo impone è la numero 87/2016 del 7 luglio scorso ed è a firma del Sindaco data la rilevanza del tema.

Ben fatto, per carità. L’acqua è un bene pubblico indispensabile, una risorsa esauribile e preziosa da tutelare e anche un servizio molto costoso.

E allora per questi motivi però nel testo dell’Ordinanza manca un pezzo, quello in cui si concede all’Amministrazione comunale una deroga speciale al rispetto dell’ordinanza. In questi giorni infatti, in violazione alla regola e facendo di fatto sberleffi ai tanti ceccanesi rispettosi, si continuano a colmare le migliaia di vasi e vasetti disseminati per tutte le inferriate della città di “fresca, chiara e dolce acqua” proveniente dalla conduttura potabile gestita ancora, nemmeno a dirlo, da ACEA.

C’è da pensare inoltre che la distrazione dell’acqua a vantaggio delle fioriere possa aggravare anche la costante riduzione della portata del flusso che ACEA sta operando in quasi tutte le zone della città, e che lascia migliaia di famiglie con i rubinetti a secco o quasi per molte ore del giorno e con il solito totale disinteresse dell’Amministrazione comunale.

Per non parlare dell’aggravio delle spese pubbliche a copertura dei consumi idrici che inesorabilmente e ovviamente per “decoro” pagheranno i contribuenti ceccanesi.

Infine arriviamo alla questione amministrativa: quante sanzioni pecuniarie previste dalla normativa vigente, come recita l’ordinanza, sono state sollevate all’Amministrazione comunale dal 7 luglio scorso ad oggi? Chi le paga? Mica lo farà l’ente e dunque i cittadini che invece rispettano ossequiosi a casa propria i divieti assoluti di Caligiore?

Qualora invece le multe non siano state elevate, perché sarebbero multabili solo i cittadini che non rispettano le ordinanze del Sindaco Caligiore e non il Sindaco Caligiore che per primo non le rispetta?

Nello scorso inverno, decine di ignari cittadini furono multati per l’accensione dei fuochi all’aperto e forse anche di barbecue, in forza della guerra alle polveri sottili dichiarata dal novello Don Chisciotte/Caligiore.

Sarebbe dunque più giusto e meno arrogante usare un senso del rispetto maggiore per i cittadini e attuare una tutela ambientale vera e soprattutto seria anche a discapito di qualche pur decorosa violetta, magari scegliendo la prossima volta specie vegetali con minori esigenze idriche.

Di fronte a svariate porzioni di territorio a secco durante la calura estiva, a cui non si riesce a spiegare se e quando soluzione ci sarà, tutto ciò è obbligatorio.

PSI Ceccano – Antonello Ciotoli

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