FROSINONE – Operazione Cash & Car, oltre 100 indagati
Sono serviti due anni di intense indagini agli uomini della Polizia Stradale di Frosinone per portare a termine con successo l’operazione Cash & Car, partita a seguito del ritrovamento di una BMW con targa e telaio contraffatti e proseguita con l’incriminazione dei responsabili di tre agenzie di servizi che si occupavano di intermediazione finanziaria e dei titolari di alcuni autosaloni della provincia. Alla fine il bilancio parla di oltre 100 persone indagate a vario titolo per riciclaggio, ricettazione, truffa, falso e sostituzione di persona.
Questo, secondo il resoconto della Stradale, il sistema truffaldino utilizzato dagli indagati:
“Lo stratagemma consisteva nel procacciare persone bisognose di denaro, perché avevano perso il lavoro, per problemi personali o che comunque non erano solvibili. Una volta “reclutato” il malcapitato di turno venivano create false buste paga attestanti inesistenti rapporti di lavoro con aziende esistenti nella provincia di Frosinone (aree di servizio, bar, officine, industrie) oppure venivano aumentati gli importi della retribuzione su buste paga autentiche. Con la complicità dei titolari degli autosaloni, la documentazione veniva utilizzata per la richiesta di finanziamenti per importi mediamente di 15.000 euro finalizzati all’acquisto di autoveicoli. Una volta ottenuto il finanziamento veniva acquistata un’autovettura, che, dopo essere rimasta intestata per pochi giorni al soggetto che si era offerto come prestanome per la richiesta di finanziamento, veniva venduta ad un terzo acquirente in buona fede. Ovviamente il finanziamento non veniva rimborsato, con conseguente azione di rivalsa da parte dell’istituto bancario nei confronti del prestanome, il quale risultava insolvente.
In tal modo si ricavava un doppio guadagno consistito nell’acquisto del veicolo a costo zero e nella successiva ed immediata rivendita dello stesso. Le perquisizioni effettuate dalla Polizia Stradale hanno permesso di sequestrare le false documentazioni ed i PC utilizzati per la creazione delle false buste paga.
Gli istituti bancari coinvolti hanno tutti sporto querela per truffa essendo stato accertato un danno complessivo di circa 600.000 euro”.