ALATRI – Danza contemporanea, una performance contro il femminicidio

Sabato 26 novembre nell’ambito della manifestazione “I volti della violenza. Arte e parole”, presso la chiesa degli Scolopi ad Alatri, avrà luogo la performance di danza contemporanea Femmina ideata e curata da Enza Venditti. In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, il Comune di Alatri – nella persona della Consigliera delegata alle Politiche di Genere e alle Pari Opportunità, Dott.ssa Tommasina Raponi, propongono due giornate per combattere il fenomeno e sensibilizzare i cittadini, mostrando nuove opportunità di non violenza attraverso l’arte.
Femmina vuole essere un grido silenzioso, ma lacerante, contro il femminicidio, fenomeno che purtroppo sempre in più larga misura coinvolge la nostra società. Un’opera nata come contributo creativo al cambiamento sociale, grazie a dei processi partecipativi, concreti e virtuali: il gesto di uno che diventa azione collettiva, movimento di opinione, critico e cosciente, contro la brutalità del femminicidio. Le nove allieve della scuola si succederanno in un movimento corale, che sfocerà in una danza a tratti emotiva a tratti fisica.
Arte per il sociale, che porta a riflettere.
Una volta che la performance si conclude si spera che a rimanere sia una presa di posizione autentica contro tutta la violenza. Quella di genere e non solo.
«Questo – ha detto Enza Venditti, ideatrice e curatrice della performance – è un momento di consapevolezza, simbolico. I simboli sono importanti nella nostra società, ancora oggi nel 2016, anche se diamo loro meno importanza. Convinti del fatto che non ci sia una violenza di genere, ma che sia anzi la sacralità, in questo caso della donna e quindi della vita, ad essere violata e quale palcoscenico migliore di una chiesa sconsacrata per la performance?!
Il femminicidio in particolare è una piaga sociale e ha bisogno di una risposta sociale. Dobbiamo esserne consapevoli in maniera seria ed educare a una cultura della donna e della convivenza civile, che non è per niente scontata».

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