CODICI – Tutto quello che c’è da sapere sui nuovi contatori di energia elettrica e su Equitalia

Al via la sostituzione di 32 milioni di contatori, che inizialmente interesserà 18 zone in tutte le Regioni italiane, con la promessa che verranno emesse fatture più precise e basate sul consumo effettivo. La sostituzione del contatore non è obbligatoria per legge, e soprattutto non siete tenuti a farvelo sostituire se non si è concluso il ciclo di vita del precedente contatore, ovvero 15 anni come quello che verrà sostituito. I nuovi contatori come quelli vecchi, cambiati tra il 2001 e il 2011 verranno pagati dagli utenti in bolletta, ma l’Autorità ha assicurato: “tariffe di misura invariate”.  Quindi si continuerà a pagare ciò che si sta pagando attualmente, ma con i nuovi contatori si potrà contare su molti servizi in più, così ci raccontano.

Qualora optaste per la sostituzione adottate tutte le precauzioni del caso: appurate che si tratti di personale autorizzato, fatevi lasciare la documentazione informativa e di sostituzione, e non fatelo assolutamente toccare né rimuovere se venisse riscontrata qualsivoglia anomalia.

La spesa quindi si aggira tra i 75 e i 125 euro per utenza.

Ma perché i distributori insistono nel cambiare i contatori il prima possibile? Perché vengono premiati dall’Autorità. Infatti secondo questa matrice pubblicata da qualche giorno da Aeegsi, se lo fanno il prima possibile avranno come premio il massimo del coefficiente portando il valore del contatore a 125€.

Ricordiamo i diritti dei consumatori:

Ribadiamo che nessun utente è obbligato alla sostituzione del contatore e raccomandiamo ai consumatori di farsi installare il nuovo contatore soltanto se:

1) il vecchio non funzioni più o abbia superato i 15 anni, fine della sua vita utile (basta leggere la data di produzione sull’apparecchio);

2) di essere presenti in casa al momento della sostituzione per farsi rilasciare il certificato di conformità e quello di sostituzione, con tutti i dati dell’operatore che lo ha sostituito, le caratteristiche del nuovo e i dati di consumo del precedente, incluso il numero di matricola;

3) di fare una foto al vecchio contatore per accertare l’effettivo consumo registrato, per evitare di ritrovarsi in bolletta spiacevoli sorprese come i troppo frequenti maxi conguagli.

Attenzione è proprio da queste sostituzioni che nascono problemi di fatturazione, conguagli e altra natura, che poi si riversano subito dopo sulle bollette.

Siamo molto preoccupati ed esortiamo i distributori a coinvolgere le Associazioni dei Consumatori nelle attività di monitoraggio e controllo dei dati fin dalla loro acquisizione, affinché si garantisca in piena trasparenza la veridicità dei dati e si sviluppino tutte le tecnologie abilitanti a garantire al consumatore piena consapevolezza di quello che sta consumando.


Equitalia non verrà abolita ma sarà assorbita dallo Stato e rafforzata.
Dal 1 luglio 2017 Equitalia giunge al capolinea o almeno questa è la notizia che pare si voglia far arrivare.
La verità è che cambierà semplicemente nome: le sue competenze e il personale verranno assorbiti dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione, ente pubblico economico vigilato dal Ministero dell’economia e delle finanze.
Equitalia, presa in carica dall’Agenzia delle Entrate, ne uscirà rafforzata. In pratica, lo stesso soggetto che effettuerà i controlli e gli accertamenti sarà anche colui che poi dovrà andare a recuperare le somme evase.
Gli 8.000 dipententi che ora fanno parte di Equitalia, dunque dipendenti privati, verranno stabilizzati nel pubblico impiego. Come verranno incorporati i lavoratori di Equitalia e perché si pensa di farli entrare nell’amministrazione pubblica, gonfiando ancor di più i costi di tale amministrazione che rappresentano già un disastro economico del nostro Paese? Il paradosso è che il personale non dovrà superare una procedura di selezione, dunque nessun concorso ma soltanto una ricognizione delle competenze per una ricollocazione nel nuovo Ente, violando l’art. 97 della Cosituzione.
L’ulteriore paradosso è che il nuovo soggetto non si ammorbidirà, come è stato fatto intendere ma, avendo a disposizione le banche dati dell’agenzia delle entrate e incrociandole con altre banche dati, avrà la capacità di “schedare” tutti i cittadini italiani, conoscendo ogni minima questione.
In più in caso il cittadino voglia presentare ricorsi dovrà sostenere delle spese molto più ingenti in quanto si tratta di azioni che avversano la pubblica amministrazione.

Codici presenterà ricorso al Tribunale Amministrativo perché questo decreto fiscale non solo non tutela i cittadini su cui graverà la mutata situazione peggiorando una situazione già tragica ma, soprattutto, rappresenta un’aperta violazione della Carta Costituzionale.

Ufficio Stampa Associazione Codici

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