PNALM – Un altro orso in giro in cerca di cibo: l’ironia di Zunino (AIW)

E’ successo di nuovo. Prima fu a Civitella Alfedena, paese dell’allora Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, quando un orso saccheggiò il Presepe all’aperto; poi è successo a Pettorano sul Gizio, paese dell’attuale Presidente del Parco, dove un altro orso fece il giro dei pollai locali. Ora l’orso ha deciso di andare alla radice del problema: direttamente al cancello della Direzione/Presidenza/Centro Studi/Comando del Corpo di Guardie, davanti alla piccola chiesetta di Santa Lucia. Forse, chissà, ha pensato che mettere di mezzo anche i Santi, con un Papa ecologista e di nome Francesco come il Santo che ai lupi e agli uccelli parlava, magari questa volta qualcuno gli avrebbe “aperto”; qualcuno gli avrebbe assicurato un interessamento affinché quegli innumerevoli campi vuoti di mais, di grano e carote e quelli stazzi dove il pascolo si sta “infeltrendo” e riempiendo di erbacce non commestibili, tornassero ad essere pascolati dai greggi di pecore. E per l’occasione si è anche fatto un giro per il paese, addirittura davanti al supermercato dove di cibi di ogni qualità non mancano mai (ma purtroppo per lui restano chiusi all’interno). Avrebbe forse anche razzolato nei bidoni dell’immondizia se non fosse che lo spirito ecologista dei pescasserolesi ha da tempo fatto anche a loro adottare la raccolta differenziata porta a porta. E quindi, mesto mesto se ne sarà ritornato alle sue foreste, avvilito, magari procedendo verso nord dove oltre le montagne avrebbe trovato almeno un poco di mais e mele nella Valle del Giovenco dove alcuni volontari privati si stanno impegnando a far sì che, nel loro piccolo, là possa trovare ancora qualche frutto, qualche pannocchia; o verso Lecce nei Marsi dove almeno di carote “fucensi” ne trova, specie superando il recinto dei cervi dove le carote sono abbandonate a iosa nella melma di un luogo divenuto arido e squallido; e qualcuno dice che troverà anche qualche arnia.

Non più orsi selvatici. Orsi domestici, ognuno col proprio collare ed il proprio nomignolo (un tempo ne avevano uno solo per tutti, ma era altra gente che glielo aveva dato, perché in fondo, seppure certamente non lo avesse mai veramente amato, neppure lo aveva mai odiato. Ecco, questo sarà, è già, l’Orso bruno marsicano di questi anni 2000. Un povero “barbone” che va elemosinando nei paesi ciò che un tempo trovava nella campagna ai bordi delle foreste o anche al loro interno, dove quegli altri uomini di un tempo coltivano cese e portavano pecore al pascolo.

Mentre le autorità cincischiano con catture e radiocollari (e se fossero proprio anche queste manipolazioni che lo statto sempre più rendendo confidente e, quindi “problematico”?) è anche l’antico Abruzzo che sta sparendo con l’orso marsicano!

Franco Zunino Associazione Italiana Wilderness

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