PNALM – AIW, da Zunino un commento sulle aggressioni di orsi marsicani a pollai e conigliere
Quando studiai l’Orso marsicano, primo ricercatore sul campo accreditato, una delle prime cose che sentii il dovere di fare, fu di visionare tutti i diari e le relazioni di servizio delle guardie del Parco Nazionale d’Abruzzo dagli albori della sua nascita nel 1923 al 1970, quando iniziati il mio studio. C’erano segnalazioni varie, perlopiù avvistamenti o ritrovamenti di orsi morti o segnalazione di avvenute uccisioni, ma, soprattutto, relazioni sui saccheggi alle colture e alberi da frutto o aggressioni ad animali domestici: pecore, cavalli, vitelli, arnie.
MAI UNA DI AGGRESSIONE A POLLAI E CONIGLIERE!
Queste forme di aggressioni apparvero quasi in sordina subito dopo l’inizio delle ricerche “moderne”, ovvero con catture, manipolazioni e radio-collarizzazioni; catture che avevano bisogno di esche, esche che spesso erano costituite da carne di pollame (almeno così si disse). Con un crescendo sempre più frequente a mano a mano che le ricerche aumentavano (è stato calcolato che ad oggi tra Parco e CFS siano stati spesi quasi 15 MILIONI DI EURO! Quasi un milione messo a disposizione anche da una mecenate americana: avrebbe fatto meglio a donarli ai conservazionisti americani, che almeno ci avrebbero comprato dei boschi o delle paludi, vista l’inutilità, se non lo spreco, della sua filantropia!) e a mano a mano che nei paesi del Parco decresceva l’agricoltura e l’allevamento ovino.
Purtroppo la fame dell’orso non è mai decresciuta!
E allora eccolo, l’orso, a saccheggiare quella che è rimasta l’ultima risorsa messa a disposizione dall’uomo (perché l’orso ha sempre saputo che quei campi li coltivava l’uomo e quelle pecore le portava a pascolare l’uomo, e lo sapeva da millenni!). I nuovi ricercatori (ed i politici mancati messi alla dirigenza) hanno stabilito che l’orso deve ritornare all’antico (cioè a migliaia di anni fa!) e quindi a ricercare e mangiare solo risorse naturali. Veto all’intervento dell’uomo sotto ogni forma (salvo per le “trappole di cattura”, ovviamente, che devono essere molto attrattive!).
Ed allora eccoli gli orsi “problematici”. Ecco gli orsi nei paesi. Ecco gli orsi fuori dal Parco. Oramai si deve parlare non di individui, ma di “popolazione problematica”, visto che non c’è quasi individuo che non si comporti problematicamente.
Ecco le ultime notizie di questi giorni di fine anno, con la neve che tarda e la scarsità autunnale del cibo naturale: orsi che scorrazzano tra le case e nei giardini di Lecce nei Marsi, Ortona dei Marsi, Villavallelonga ed altri paesi: 120 galline, 35 conigli, 10 anatre solo a Lecce nei Marsi; e 45 tra galline e tacchini ad Ortona dei Marsi. Forse i “contatori” di orsi morti (per sottrarli ai vivi!) dovrebbero dedicarsi un poco di più a questi conteggi rurali, e chiedersi come mai mentre gli orsi diminuiscono le loro prede di animali domestici di bassa corte aumentano! E allora, forse, potrebbero cominciare a risolvere quelli che sono i VERI problemi dell’Orso marsicano; come di recente ha detto il Presidente del Parco Antonio Carrara, «passare dalle parole ai fatti», anziché pensare a portare i turisti fin “nelle tane dell’orso” (leggasi rifugio Cicerana e “Foreste vetuste”)!
Mi riferiscono che un’anziana contadina di uno dei paesi del Parco, di oltre 90 anni, non volesse credere a che gli orsi saccheggiassero i pollai. “Nella mia lunga vita non ho mai saputo di cose simili al mio paese”! Ha detto. Ed ovviamente si chiedeva come mai ciò avvenisse. La risposta la lasciamo alle autorità del Parco, anche se non credo si sprechino a rispondere ad un’anziana, incolta abitante dei paesi del Parco, che però conosce certamente più di loro il suo mondo rurale.
Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness