ROMA – Morte studentessa cinese, durissimo Santori: Tornati ai tempi dell’omicidio Reggiani
La morte della giovane Yao Natain Zhang in zona via Salviati è come un nuovo caso Reggiani. Così come allora il responsabile dell’omicidio, il rumeno Mailat, si trovò nel vicino campo nomadi di Tor di Quinto, oggi si cercano nel campo nomadi di via Salviati gli autori dello scippo che è alla base della morte della studentessa cinese. Yao non è morta per una tragica casualità, ma perché a Roma ormai la situazione sicurezza ha superato ogni livello di guardia. L’illegalità diffusa in città sottoforma di campi nomadi fuori controllo o accampamenti abusivi è intollerabile e si è tornati agli anni bui di violenza e morte del 2006-2007. A farne le spese purtroppo è stata una ragazza che aveva scelto Roma per i suoi studi e la sua bellezza, e qui purtroppo ha invece trovato la morte.
La Capitale a causa del lassismo delle ultime amministrazioni in questi anni sul fronte della sicurezza e della vivibilità è diventata una città borderline. Dopo la tragedia che ha coinvolto lo studente statunitense Beau Solomon, ucciso in pieno centro lungo il Tevere dove balordi vivono e bivaccano indisturbati sulle sponde, oggi un’altra famiglia viene a Roma a piangere un figlio. La sindaca Raggi, se ne è capace, non parli solo di integrazione ma soprattuto di rispetto delle regole. Si attivi per dare una sterzata seria a questa situazione, ristabilendo il diritto dei cittadini a vivere la propria città serenamente, senza temere per la propria incolumità ad ogni angolo.
E’ quanto dichiara Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia