SORA – Martedì la festa di Sant’Antone presso l’omonima chiesa
Martedì 17 gennaio 2017 si svolgerà, presso l’omonima chiesa posta alle pendici del Monte S.Casto, la tradizionalissima festa di Sant’Antonio Abate, Sant’Antone. Dall’alto il Santo domina e protegge i quartieri storici della città e Sora tutta.
Nel mondo contadino è stata data sempre una grande importanza a questa ricorrenza annuale. All’alba del 17 i contadini preparavano gli animali e poi, quando era l’ora, li conducevano, in religioso silenzio e attraversando tutta la città all’Orto dei Padri Francescani/Orte Baronio/Piazza Mayer Ross per la benedizione del Loro Santo protettore. Eremita, guaritore, anacoreta egiziano del V secolo dopo Cristo, S.Antone abbandonó i fasti di “quella” società per condurre una “nuova” Vita solitaria, nel deserto. Si dedicó all’Ascesi della sua Anima tramite la preghiera, la contemplazione e il contatto quotidiano con i “Suoi” Animali e grazie alla vicinanza assoluta e indissolubile che nutriva verso Madre Terra. A lui tutti i malati del fuoco di Sant’Antonio, (Herpes Zoster) ed i devoti erano soliti chiedere la Grazia. La caratteristica eremitica è stata rinverdita, nel corso dell’ultimo secolo, da nuovi personaggi eremitanti, che hanno vigilato e vigilano costantemente sul suo Eremo; l’abitazione si trova proprio dietro la “Nicchia” del Santo. L’interno della Chiesa, negli anni 80, ha “subito” un restauro aggressivo che ha prodotto la quasi cancellazione di tutto ciò che in essa era contenuto. (La Chiesa è risalente al tardo barocco e periodo neo-gotico). Per completare “l’opera” la chiesa è stata fatta oggetto di numerosi furti, atti vandalici e opere di sciacallaggio.
L’Associazione Verde Liri, congiuntamente al Comitato Promotore per il Restauro (Comitato Pro-Sant’Antone), negli ultimi anni ha preso a cuore il monumento di incommensurabile valore artistico e affettivo del Popolo Sorano/Sovrano. Inizialmente, fattivamente, si è impegnata nella bonifica dell’area. Ha ripulito la Chiesa, il piazzale e l’orto sottostante, diventato nel tempo una discarica a cielo aperto. (Sono stati raccolti circa 40 sacchi di immondizia, per non parlare di tutti i calcinacci che i “restauratori” hanno buttato nell’orto stesso, contaminandolo). Il passo successivo è stato la riattazione della funzionalità dell’edificio storico/religioso. I tempi ora sono finalmente maturi per effettuare un restauro artistico di massimo livello. È e sarà estremamente complesso, sia per lo stato di degrado in cui ci è stato consegnato ma anche per l’antichità e il valore della Chiesa. Ciò che è assolutamente certo è che ci sarà il massimo impegno da parte nostra affinché tutto vada come deve andare e soprattutto nel rispetto assoluto della chiesa.
Grazie all’interessamento ed al lavoro instancabile ed inattaccabile di mons Don Bruno Antonellis ed al parere positivo della Curia e della diocesi della chiesa di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo è stato suggellato l’accordo per il Restauro. I lavori sono stati affidati alla ditta Zovini, che ha già restaurato la Madonna delle Grazie, sotto l’egida della soprintendenza dei beni culturali di Roma.