FROSINONE/LATINA – Riforma servizi sociali, ad aprile incontro CGIL FP

Una iniziativa entro il prossimo mese di aprile per fare il punto sullo stato di avanzamento in provincia di Frosinone della riforma dei servizi sociali approvata il 16/7/2016 dalla Regione Lazio: la annunciano Giancarlo Cenciarelli e Beatrice Moretti, rispettivamente Segretario Generale e responsabile Sanità della FP CGIL Frosinone Latina.
“Riteniamo vi sia la necessità di un confronto con tutti i soggetti istituzionali coinvolti sul tema – quindi Regione Lazio, Distretti Sociali, Enti Locali ed Azienda Sanitaria in primis – per valutare la coerenza delle azioni messe in campo con gli obiettivi ispiratori della riforma del welfare regionale”, sostengono i due dirigenti sindacali.
La FP CGIL ha sempre evidenziato che la legge regionale in materia di servizi sociali e integrazione socio – sanitaria rappresenta un punto di svolta, anche e soprattutto per il ruolo che la stessa attribuisce ai Distretti Sanitari, che sono individuati, per le prestazioni sociosanitarie, quali responsabili dell’organizzazione coordinata ed integrata delle stesse.
Si vuole creare un’occasione di dibattito e verifica su come nella nostra provincia si stia dando seguito all’azione sinergica disposta dalla norma ad esempio tra i Direttori dei 4 Distretti sanitari ed responsabili degli uffici di piano, che devono operare d’intesa per il raggiungimento degli obiettivi di salute e di benessere fissati dai piani attuativi locali e nei piani sociali di zona.
Indubbio che determinante è il ruolo della ASL di Frosinone, che ha il dovere di rilanciare il ruolo dei propri Distretti, garantendone il contenuto in termini di risorse, funzioni e responsabilità, anche attraverso il monitoraggio costante e attento dell’operato delle Case della Salute nel nostro territorio provinciale.
Dichiarano Cenciarelli e Moretti: “La nostra volontà è creare un’occasione di confronto su quelle che nella nostra provincia riteniamo rappresentino “buone pratiche” da socializzare, ossia corrette politiche di sistema integrato, in alcuni Distretti socio sanitari, che meriterebbero di essere mutuate in altri territori e che però non sono conosciute come dovrebbero e che si rivolgono ad un bacino di utenza molto complesso, variegato e particolarmente fragile a cui bisogna dare voce”.

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