ALATRI – Omicidio Morganti, indagata un’ottava persona: intanto sull’argomento parla Pompeo

Finisce nei guai un altro dei partecipanti alla selvaggia rissa della scorsa settimana all’esterno del locale Miro di Alatri, conclusasi con il ricovero in ospedale del 20enne di Tecchiena Emanuele Morganti, morto il giorno successivo senza avere mai ripreso conoscenza per le conseguenze delle gravissime ferite alla testa riportate. Un’ottava persona, infatti, è stata individuata ed indagata dai Carabinieri della città dei Ciclopi nel corso della giornata di ieri.

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Quasi in concomitanza con l’ufficialità dell’incriminazione, la seguente dichiarazione sulla vicenda, ampiamente dibattuta anche da tv e media nazionali, da parte del Sindaco di Ferentino e Presidente della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo (nella foto):

“Il vile assassinio di Emanuele Morganti indigna le nostre coscienze e va condannato in maniera netta, auspicando che la giustizia faccia il suo corso in tempi rapidi e che i responsabili vengano puniti come meritano.

Tuttavia, passato il clamore mediatico di questi ultimi giorni, sento l’obbligo di riaffermare un’immagine della città di Alatri e del nostro territorio in generale che non è quella che purtroppo è stata raccontata.

Alatri non è certo una città omertosa, non è una città dove l’illegalità la fa da padrona, dove il rispetto, la civile convivenza e la presenza delle istituzioni sono marginali.

Alatri è una città dalla storia millenaria, di tradizioni e di cultura, una delle cittadine che rappresentano al meglio lo spirito di accoglienza, di generosità, di rispetto del popolo ciociaro.

Valori con i quali un intero circondario si è stretto attorno alla famiglia di Emanuele, dimostrando di essere una comunità in cui i legami sono forti e autentici e nessun atto, seppur feroce come questo vile assassinio, può intaccare o far venire meno.

Ed è proprio per il rispetto che si deve alla memoria di Emanuele e alla sua famiglia ad imporci l’obbligo di riaffermare la verità. Non farlo e lasciar passare sotto silenzio un’immagine della nostra terra che non corrisponde alla realtà sarebbe l’alibi più forte che daremmo a chi ha compiuto questo massacro: non sarebbe giusto per Emanuele, per la nostra terra, per gli sforzi che ogni giorno portano avanti con sacrificio e impegno le istituzioni e i cittadini. E soprattutto non sarebbe giusto per il futuro che vogliamo costruire per i nostri figli”.

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