ROMA – Spilabotte-Moscardelli, interrogazione congiunta contro la violenza sulle donne
La Senatrice Maria Spilabotte ha sottoscritto l’interrogazione parlamentare del collega Moscardelli in merito alla violenza sulle donne.
“Sappiamo che oggi il femminicidio – così la Spilabotte – è una vera e propria emergenza nazionale, purtroppo è divenuta la prima causa di morte per le donne italiane tra i 15 e 55 anni di età. A questo aggiungiamo gli abusi, lo stalking e le violenze che spesso le donne sono costrette a subire, dalle percosse fino a casi gravissimi. I dati dell’Istat in merito sono impressionanti: 652.000 le donne che hanno subito stupri e 746.000 le vittime di tentati stupri. Con la legge 27 giugno 2013, n. 77, l’Italia è stata tra i primi paesi europei a ratificare la Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, meglio nota come Convenzione di Istanbul, proprio per contrastare questi fenomeni, prevedendo leggi più chiare e punizioni più dure. Alla luce della recente condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti umani per non aver agito con sufficiente rapidità per proteggere una donna e suo figlio dagli atti di violenza domestica perpetrati dal marito che hanno poi portato all’assassinio del ragazzo e al tentato omicidio della moglie, denunciando un atteggiamento passivo adottato in particolare dalle forze dell’ordine ma anche dai magistrati di fronte agli atti di violenza domestica subiti e denunciati dalla donna, provocando una situazione di impunità che ha contribuito al ripetersi di atti di violenza, l’interrogazione punta a chiedere al Ministro se non si ritiene opportuno adottare, con la massima urgenza, atti di indirizzo alle forze dell’ordine al fine di garantire tempestive misure di monitoraggio e intervento a protezione e sicurezza delle donne vittime di minacce e atti persecutori, valutando anche l’introduzione dell’obbligatorietà dell’adozione di mezzi elettronici o altri strumenti tecnici di controllo nei casi di condanna per atti persecutori ai sensi dell’articolo 612-bis del codice penale”.