ANAGNI – Dphar, un sequestro tiene sulla corda 200 dipendenti: la CISAL ‘chiama’ il MISE

Il Segretario Provinciale della Federazione Lavoratori Chimici FIALC/CISAL di Frosinone, Massimo Arilli interviene sulla vicenda dello stabilimento DPHAR srl di Anagni ( ex ACS-DOBFAR) .
Venerdì 16 Giugno presso la sede Unindustria di Frosinone , su richiesta delle O.S. si è tenuto un incontro previsto dal CCNL per esperire il cosiddetto Osservatorio Aziendale in cui l’Azienda deve fornire tutte le informazioni su investimenti, occupazione, mercato, produzione, organici, organizzazione del lavoro, sviluppo, formazione del personale, Sicurezza e altre problematiche da affrontare.
Al tavolo erano presenti il Direttore Piergianni Valentino e la responsabile del personale Ilenia De Santis, la RSU di stabilimento i Segretari provinciali di categoria di Cgil-Cisl-Uil e il sottoscritto per la CISAL.
Così Arilli:
La situazione per lo stabilimento è seriamente preoccupante. Abbiamo il prodotto principale che è l’asset della fabbrica , la daptomicina, che rispetto ai volumi del 2015 si è quasi dimezzata, il nuovo enzima liofilizzato ancora non è a regime, la sola crescita del Panaferd da solo non riesce ad equilibrare la redditività aziendale.
E’ indispensabile inserire in produzione nuovi prodotti , tra l’altro già commissionati da casa madre MERK. E qui la nota dolente: purtroppo nonostante i progetti per nuove linee di produzione siano esecutivi, i finanziamenti del Contratto di programma per 48 milioni di euro, stanziati e pronti per essere erogati, sono al momento bloccati.
Purtroppo il 10 Ottobre 2016 ad opera del Corpo Forestale c’è stato il sequestro del terreno dove deve sorgere il nuovo insediamento industriale e, conseguentemente, è stato aperto un procedimento giudiziario presso la Procura della repubblica di Frosinone.
Considerato che il Contratto di Programma prevede entro il 31/12/2017 un S.A.L. per erogare la prima tranche, la Dpahr per non perdere il finanziamento ha dovuto chiedere a InvItalia una sospensiva per motivi non imputabili alla Società ma alla questione del sequestro. Fortunatemente InVitalia per questa volta ha concesso una sospensiva temporanea , è improbabile che possa tenere “appesi” nel limbo ben 48 milioni di euro.
Un apprezzamento va rivolto alla proprietà per la pazienza dimostrata nel credere ancora a questo progetto per Anagni, nonostante un “territorio” ostile, che si accanisce contro uno sviluppo di crescita ecosostenibile.
Nel frattempo la società Dphar per soddisfare il mercato della produzione di nuovi farmaci che avrebbe dovuto fare ad Anagni, ha investito ben 100 milioni a Teramo con estrema facilità e sta già producendo il prodotto.
La CISAL esprime forte preoccupazione per il futuro della Dphar e per i 137 lavoratori, più altri 60 dell’indotto, in quanto se il sequestro dovesse permanere ancora per mesi si perderebbe definitivamente questa importante opportunità di investimento, indispensabile per consolidare lo stabilimento.
La CISAL, nella consapevolezza che il territorio nord della provincia di Frosinone , riconosciuto anche “area di crisi complessa” ha subito una devastazione di migliaia di posti di lavoro, con decine di stabilimenti costretti a chiudere, ritiene che l’unica strada da perseguire per attrarre investimenti e rilanciare crescita, sviluppo e occupazione, sia far diventare questo territorio “zona franca” . A tal proposito rivolge un appello a tutti gli “attori” dell’economia del territorio: istituzioni , amministrazioni pubbliche, Sindaci, Regione Lazio, politici, associazioni datoriali e sindacali per l’interessamento allo scopo del MISE.

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