FROSINONE – Danni da fauna selvatica, ancora resoconti dell’assemblea di ieri in Provincia
Promuovere una strategia comune per contrastare il problema della fauna selvatica: questa la finalità dell’incontro promosso dalla Coldiretti tenutosi nella mattinata di venerdì scorso presso la sede dell’Amministrazione Provinciale di via Gramsci.
Al tavolo tecnico hanno preso parte molti dei 91 Sindaci ciociari o loro delegati insieme ad agricoltori, allevatori, rappresentati di associazioni venatorie e cittadini che sono intervenuti in merito alla problematica, già discussa in una prima assemblea svolta a Roma a Palazzo Rospigliosi, esponendo proposte e criticità alla nutrita platea riunita nel Salone di Rappresentanza dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone. Tutti compatti nel chiedere alla Regione Lazio una soluzione concreta per un’emergenza che negli ultimi anni ha visto il proliferare dei cinghiali nelle campagne come nei centri abitati della Provincia, – 1 milione in Italia i capi stimati nel 2015 dall’Ispra (Istituto per la protezione e la ricerca ambientale) – e che non pare trovare pieno soddisfacimento nella Legge Regionale n. 04/2015 riguardante “Interventi regionali per la conservazione, la gestione, il controllo della fauna selvatica, la prevenzione e l’indennizzo dei danni causati dalla stessa”.
Gli interventi dei rappresentanti di Coldiretti Frosinone, Vinicio Savone, e di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia, rispettivamente Presidente e Direttore della maggiore associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana, mostrano dati e numeri significativi: l’agricoltura incide per il 16% rispetto al PIL del Lazio; sono 65mila le imprese operanti nel settore agricolo; 1200 i giovani nel Lazio che hanno deciso di investire nel settore agricolo e di questi più di 400 sono residenti nella provincia di Frosinone; 3-5 milioni di euro all’anno è il valore dei danni arrecati alle aziende agricole dalla fauna selvatica mentre l’erogazione degli indennizzi per gli stessi è ferma al 2015. Cinque in sintesi le richieste di modifica alla Legge Regionale 04/2015 avanzate dagli esponenti di Coldiretti, forti del peso economico e sociale dei loro associati:
- Consentire l’adozione di ordinanze di emergenza da parte dei Sindaci per autorizzare misure straordinarie di controllo;
- Prevedere la nomina di un commissario ad acta nelle aree protette qualora gli enti parco non abbiano adottato specifiche misure di contenimento della specie;
- Estendere il periodo in cui è consentito l’abbattimento del cinghiale per tutto il periodo compreso tra 1 settembre e 30 aprile;
- Valorizzare lo strumento delle convenzioni con gli imprenditori agricoli ai sensi dell’art. 15 del D. Lgs. n. 228/2001 per realizzare sistemi di alimentazione complementare o artificiale e per collaborare alle operazioni di abbattimento di emergenza;
- Subordinare lo svolgimento delle attività di abbattimento all’interno di fondi condotti da un’azienda agricola al previo consenso del proprietario o conduttore del fondo, come già avviene in Umbria e Toscana.
La Regione Lazio non ha fatto mancare il suo contributo al dibattito ed ha risposto attraverso le rassicurazioni dei suoi due rappresentanti intervenuti a conclusione dei lavori. Mauro Buschini, Assessore Regionale con delega all’Ambiente e ai Rifiuti, dopo aver riconosciuto la drammaticità dell’emergenza in corso – basti pensare alla pericolosità per la salute umana della carne di cinghiali provenienti da zone altamente inquinate come quella della Valle del Sacco – ha assicurato che verrà messo in campo un piano univoco, su aree protette e aree non protette, con azioni urgenti, prioritarie e di prevenzione, se necessario anche attraverso la nomina di commissari ad acta stante la necessità di risolvere un problema che sta determinando squilibri ambientali di vasta portata. A tal proposito l’Assessore ha annunciato che ha già provveduto a convocare i 13 Presidenti di Parco del Lazio e che farà lo stesso con i gestori delle aree protette SIC/ZPS per mettere in pratica una strategia condivisa con tutti i soggetti coinvolti nella problematica.
Un’ulteriore rassicurazione è giunta da Carlo Hausmann, Assessore all’Agricoltura, che ha annunciato l’imminente approvazione da parte della Giunta Regionale di una delibera di indirizzo sul piano straordinario delle attività e degli interventi necessari alla riduzione della popolazione di cinghiali. Tra le novità in arrivo anche l’introduzione della caccia di selezione e di altre forme alternative per incentivare l’abbattimento dei cinghiali, l’allungamento del periodo della caccia al cinghiale nel nuovo calendario venatorio, l’accordo con le forze dell’ordine per la tracciabilità delle carni per contrastarne il commercio illecito, il rispetto del divieto di foraggiamento della fauna selvatica, l’aumento delle competenze degli operatori attraverso adeguati corsi di formazione, la creazione di una banca dati per monitorare gli abbattimenti nelle aree maggiormente colpite.
“Bisogna riconoscere la bontà dell’iniziativa promossa dalla Coldiretti” – commenta Valentina Polsinelli, Assessore al Commercio e Attività Produttive del Comune di Arpino che ha preso parte all’incontro – “Nei periodi in cui l’attività venatoria è inibita sui territori comunali permangono forti criticità connesse ad una squilibrata presenza dei cinghiali, frequenti sono le incursioni degli ungulati nelle aree urbane di molti Comuni della Provincia con problemi per la sicurezza della circolazione stradale e per le enormi perdite da mancato reddito dei raccolti distrutti; è necessario supportare gli agricoltori e gli allevatori nella pianificazione delle azioni di contenimento della fauna selvatica ma prima di investire i Sindaci della responsabilità di gestire l’abbattimento dei cinghiali attraverso l’adozione di ordinanze contingibili ed urgenti senza un appropriato censimento delle specie presenti sul territorio, è opportuno valutare azioni alternative come ad esempio la creazione dei campi a perdere, zone dove il raccolto viene destinato agli animali selvatici e risarcito ai proprietari dei terreni dalla Regione. C’è da rilevare inoltre che il passaggio delle competenze da Provincia a Regione in materia di controllo ittico e venatorio, per effetto della Legge Delrio, ha reso più confuse le ordinarie attività per il controllo e il contenimento della fauna selvatica, una volta gestite dalla Provincia attraverso la Polizia Provinciale, sarebbe auspicabile intervenire per il ripristino di questa competenza in capo alle Province”.
Al dibattito hanno preso parte anche Antonio Pompeo, Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone, Aldo Mattia, Direttore Coldiretti Lazio, e Pietro Greco, Direttore Coldiretti Frosinone, che ha moderato gli interventi.