REGIONE – Aralazio, fine ingloriosa: licenziati i 41 dipendenti
Ieri mattina, nella sede della Regione Lazio, è stata scritta la parola fine all’AraLazio, la struttura che per decenni ha fornito servizi agli allevatori del Lazio, garantendo la qualità del latte e delle carni, le certificazioni degli equidi, dei premi Pac e molto altro ancora. Nei mesi scorsi l’Aralazio aveva gettato la spugna, votando la liquidazione dell’associazione che ha registrato un passivo di 2 milioni e 400 mila euro (stando a quanto accertato dal Liquidatore dr Pierro) e sei mesi di mancato pagamento degli stipendi ed oneri accessori ai lavoratori. Non c’è stata nessuna possibilità di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti, neanche l’Associazione Italiana Allevatori, che in un primo momento aveva manifestato la possibilità di trovare soluzioni condivise, ha voluto proseguire in tal senso.
Ora si apre uno scenario molto critico per i 12 mila allevatori laziali. A causa del licenziamento dei dipendenti non sarà più possibile fare nessuna certificazione con gravi rischi per l’intera filiera e per gli allevatori stessi. Più volte sia l’assessorato all’agricoltura, sia la commissione regionale agricoltura, erano intervenuti al riguardo, ma da parte dell’Aral nessun passo in avanti è stato fatto. sindacale si era arrivati a ridurre lo stipendio dei lavoratori. “Siamo amareggiati per come si è conclusa questa vicenda – affermano i Segretari regionali di Fai Cisl, Tomarelli, Flai Cgil Siracusa, Uila Uil Mattei, Confederdia Pesoli – al sindacato e ai lavoratori non si poteva chiedere di più dopo che attraverso un accordo Le azioni promesse dai vertici di rilancio di Aralazio non si sono concretizzate, per capacità e volontà della stessa Aralazio. Questo ci lascia di più con l’amaro in bocca – proseguono i sindacalisti – perché guarda caso chi era lautamente pagato per far funzionare il tutto si è dimostrato un capitano di sventure. Ora dovremo capire come e se questo servizio continuerà.” Nei prossimi giorni arriveranno le lettere di licenziamento e le sedi sia regionale sia quelle periferiche saranno chiuse. La Regione Lazio, con l’assessore all’agricoltura in primis, sta cercando di studiare eventuali soluzioni che possano nel medio tempo dare continuità a questo servizio. “Certo l’atteggiamento dell’Aia ci ha lasciato molto perplessi – concludono i Segretari – perché dal 1 luglio non sappiamo come verranno fatti i controlli e comunque con la regia della Regione si poteva trovare, anche se temporaneamente una soluzione, che evidentemente l’Aia non ha voluto ricercare. Come abbiamo detto all’assessorato regionale all’agricoltura, bisogna cambiare registro, attori e spartito e se questo servizio va proseguito forse è meglio che lo si faccia fare ad altri soggetti istituzionali”