CASSINO – Dallo sportello alla medaglia: la BPC festeggia Giuseppe Campoccio
E’ partito con tanta determinazione e con tanta speranza, ed è tornato da Londra portando al collo una prestigiosa medaglia di bronzo, ottenuta ai Mondiali paralimpici di atletica. Giuseppe Campoccio, 51 anni, alla sua prima uscita in nazionale, ha ottenuto un incredibile successo, che pensava di condividere con i colleghi, al suo rientro in ufficio, indossando la tuta ufficiale della nazionale e la medaglia. Ma invece di una normale giornata di lavoro, Campoccio ha trovato l’applauso, la festa, l’abbraccio della Banca Popolare del Cassinate, dove lavora dal 1994.
A salutarlo e ad omaggiarlo c’erano il presidente Donato Formisano, il vicepresidente Vincenzo Formisano, il Direttore Generale Nicola Toti, il Vicedirettore Giovanni Pacitto, i Consiglieri di Amministrazione e tanti colleghi. Una sorpresa per Giuseppe Campoccio, visibilmente commosso e contento per una manifestazione di stima e affetto sincera e sentita.
A prendere la parola è stato, prima di tutto, il Direttore Generale Nicola Toti, che ha detto: “Spesso le persone diversamente abili sono capaci ed efficienti in molti settori e non si limitano a vivere una vita “normale”, ma si pongano sfide avvincenti e complesse. Ma quando la persona “speciale”, capace di imprese davvero notevoli è uno di noi, una persona che vive e lavora tutti i giorni accanto a noi, allora la cosa ci colpisce ancora di più e fa riflettere. E Giuseppe Campoccio è una di queste persone. E mi ha fatto pensare.
Giuseppe non ha mai scelto strade facili. Militare di carriera sin da giovane, e non in un corpo qualsiasi, ma negli Alpini, Genio Guastatori, un corpo scelto, fatto di persone che per natura devono possedere la fierezza e la solidità delle montagne dalle quali spesso provengono. E poi lo sport, il pugilato, il karate, sport da combattimento, per una persona che già si preparava ad affrontare una più dura battaglia. Quindi la malattia, seria. Una malattia che costringe a cambiamenti importanti di vita, ma non nel modo di affrontare la vita. Proprio questo mi ha colpito della vicenda di Giuseppe: molte persone di fronte alle difficoltà si scoraggiano, si adattano ad una vita con meno pretese, se non quella di non stare ancora male. Giuseppe ha continuano invece ad affrontare la vita con l’atteggiamento di chi non si fa intimorire, di chi guarda in faccia l’avversario, ma non si tira indietro, anzi. E allora ecco le nuove sfide: l’atletica, i lanci, il duro allenamento. E i risultati… e che risultati!
Ma niente è casuale nella vita e nulla si ottiene per caso. Ed i risultati di Giuseppe sono proprio il giusto compenso allo spirito di sacrificio, alla dedizione e soprattutto alla forza interiore che fa rompere gli schemi e trovare le risorse nascoste e certe volte inaspettate anche a noi stessi. Si può dire, e concedetemi questa nota di leggerezza, che Giuseppe sia riuscito a lanciare lontano, molto lontano, il peso, il peso delle difficoltà e delle avversità che la vita gli ha riservato. E lo ha fatto con la determinazione di sempre. Siamo fieri di avere con noi una persona come lui. Ciascuno di noi può imparare molto da Giuseppe e deve avere nella vita lo stesso atteggiamento coraggioso e positivo che lui ci ha dimostrato. L’augurio è che il risultato ottenuto in questa competizione importante sia solo uno di numerosi, futuri successi”.
Ha poi preso la parola il presidente Donato Formisano che ha detto: “In tante occasioni, anche per il ruolo istituzionale che ricopro, ho avuto modo di ricordare la storia della Banca Popolare del Cassinate, nata dopo la guerra per contribuire alla ricostruzione del territorio. Nel riflettere sulla bellissima circostanza che ci ha visto riuniti in banca a festeggiare una medaglia olimpica, non posso non vedere quasi una somiglianza, un’affinità, tra quella storia del nostro territorio così provato dalla guerra e la storia di Giuseppe Campoccio. La storia della nostra città, a cui è legata la storia della nostra banca, è una storia di forza, di determinazione, di coraggio, di voglia di non arrendersi di fronte alle avversità, di fronte a difficoltà che sembravano insormontabili. E forse è proprio la stessa cosa che è accaduta al nostro Campoccio: la vita non gli ha risparmiato problemi e difficoltà, di fronte ai quali sarebbe stato fin troppo facile arrendersi, fermarsi, piangersi addosso, lamentarsi. E invece, di fronte ai problemi, Giuseppe ha saputo attingere ad una riserva di forze forse che sembra essere inesauribile, visti i traguardi che ha raggiunto. Non ha smesso di lavorare e ha trovato nello sport il luogo in cui esprimersi, lo strumento per aver cura di sé e del proprio corpo, per valorizzarsi, per intessere nuove relazioni, per mettersi alla prova, per tenere alti i colori del proprio Paese. Campoccio, pur non essendo originario di questo territorio, si trova oggi a rappresentarlo in un contesto di assoluto prestigio e lo fa con generosità e con orgoglio.
A lui, perciò, il nostro grazie e le nostre più sincere congratulazioni: la sua storia è un simbolo per tutti noi, è uno stimolo che ogni giorno ci ricorda la necessità di essere forti e tenaci, di non arrenderci, di lavorare quotidianamente, con pazienza e coraggio, per raggiungere i nostri obiettivi, non solo nello sport, ma nella quotidianità in cui ciascuno di noi è chiamato ad operare. Auguri Giuseppe: questo straordinario risultato ottenuto alla prima partecipazione alle paraolimpiadi sia la ricompensa del tuo impegno, ma sia anche una tappa di un percorso che sappia darti ancora tante tante soddisfazioni”.
Campoccio, commosso, ha salutato tutti i presenti e ha ringraziato la BPC per quella che ha definito una sorpresa straordinaria. “Avevo indossato la tuta nazionale per farla vedere ai colleghi e abbracciarli con questo prestigioso riconoscimento. Mai avrei immaginato un’accoglienza speciale come quella che mi è stata riservata. Grazie di cuore alla Presidenza, alla Direzione, al Consiglio di Amministrazione, al Collegio Sindacale, a tutti i colleghi, che hanno voluto festeggiare con me questo successo sportivo. Le mie lacrime di commozione sono state tante e sincere perché è stata davvero una grandissima emozione, soprattutto ripensando a quanto siano stati difficili gli ultimi due anni. Londra è stata una grande soddisfazione, non solo a livello personale, ma anche perché ho potuto sperimentare la grande partecipazione di pubblico che ha assistito ai mondiali: gli atleti vengono considerati non per le loro disabilità, ma per le loro performance sportive e sono stati oltre 300 mila i biglietti venduti in prevendita e 50 mila quelli venduti al botteghino. Anche fra gli atleti si è creato un bellissimo clima di condivisione, di lealtà e di amicizia”.
Campoccio è già pronto per le prossime sfide e dal 21 al 30 settembre sarà a Toronto, con la maglia del Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa, per gli INVICTUS GAMES 2017, le olimpiadi dedicate ai militari feriti in servizio e alle quali parteciperanno atleti provenienti da 18 nazioni.