CASSINO – Detenzione a fini di spaccio, nei guai un’intera famiglia rom
Non si ferma l’attività di contrasto della Polizia di Stato allo spaccio di sostanze stupefacenti nel territorio cassinate.
Stamattina gli agenti del Commissariato di Cassino, con l’ausilio delle unità cinofile antidroga e degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Abruzzo”, hanno dato esecuzione a tre provvedimenti di custodia cautelare e ad una misura coercitiva dell’obbligo di presentazione alla p.g., emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino, dr. Lo Mastro, su richiesta del P.M. dr. Rubolino della Procura della Repubblica di Cassino. Il reato contestato è la detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, in concorso.
Il Giudice per le Indagini Preliminari, nell’adottare i provvedimenti nei confronti di tutti i componenti di un nucleo familiare di origine Rom di Cassino, ha accolto in toto la tesi investigativa degli uomini coordinati dal Vice Questore Alessandro Tocco, ravvisando l’esistenza di una vera e propria “associazione familiare” finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti destinate a rifornire le piazze di spaccio del territorio cassinate.
L’indagine, che ha preso avvio nell’ottobre del 2016, si inserisce nella costante attività di contrasto della Polizia di Stato allo spaccio di sostanze stupefacenti nel territorio cassinate
L’ attività dei poliziotti, condotta anche con metodo investigativo classico attraverso la perlustrazione sistematica e pressochè quotidiana delle piazze di spaccio, ha fatto emergere elementi incontrovertibili per ritenere che tutti i componenti del nucleo familiare, composto da padre (classe ‘79), madre (classe ‘76) e due figli (classe ‘98 e ‘96), fossero dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha rilevato inoltre come i destinatari delle odierne misure avessero “creato una vera e propria rete di allarme tra loro al fine di sfuggire ai controlli antidroga”.
Dall’indagine, infatti, è emersa la perfetta conoscenza, da parte degli odierni arrestati, delle targhe delle autovetture in colori di serie in uso alle Forze di Polizia, oltre all’utilizzo di una perfetta rete di informatori, le cosiddette “vedette”, che avvisavano tempestivamente della presenza di cani antidroga, in quanto costituivano un ostacolo al fiorente mercato della droga sulla piazza cassinate.
L’attività investigativa è stata resa ancora più complessa dalle precauzioni e dagli accorgimenti che le persone arrestate mettevano in atto nel timore di essere intercettate dalla Polizia, come l’utilizzo dell’idioma rom o di applicazioni internet per le conversazioni tra i familiari che riguardavano modi e tempi del rifornimento e dello spaccio di stupefacenti.
Numerosi sono anche i riscontri della costante disponibilità di droga – destinata alle piazze di spaccio cassinati – da parte dei componenti del nucleo familiare, attraverso l’individuazione ed identificazione dei “clienti, trovati in possesso di dosi destinate all’uso personale dopo gli incontri con gli indagati.