FROSINONE – Ance, Giovani Imprenditori a Berlino

Gaetano La Rocca, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Ancefrosinone, ha preso parte al G20 dei Giovani Imprenditori che si è tenuto nei giorni scorsi a Berlino, dove hanno partecipato oltre 400 giovani provenienti da tutto il mondo.
In questa occasione i giovani edili hanno avuto l’opportunità di confrontarsi sui temi dell’economia digitale. Tre le azioni prioritarie individuate per supportare la transizione verso la nuova economia: formazione, sistema fiscale che favorisca la crescita dimensionale delle PMI, mobilità internazionale.
L’organizzazione che rappresenta i giovani imprenditori dei paesi G20, ha invitato i leader politici a rivedere le proprie priorità, partendo proprio dalla necessità di rivisitare e adeguare il sistema formativo per assicurare alle nuove generazioni una preparazione adeguata per affrontare le sfide del mondo digitale. La G20 Young Entrepreneurs’ Alliance (G20YEA) esprime infatti profonda preoccupazione per il divario tra la domanda e l’offerta di risorse umane qualificate e pronte a gestire le nuove tecnologie, la formazione in campo scientifico e tecnologico (STEM) e più in generale la voglia e la capacità di fare impresa.
“Dall’incontro – dichiara Gaetano La Rocca – è emerso come il rapido processo di digitalizzazione richiede che i governi di tutto il mondo mettano in campo nuove politiche legate alla digitalizzazione. Per garantire la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro, i giovani imprenditori hanno bisogno di un quadro politico stabile che sostenga una transizione verso nuove forme di imprenditorialità. Per giungere a questo, però, i governi di riferimento dovranno adottare misure a supporto dell’impresa, affinché questa possa affrontare le nuove sfide”.
Nell’ambito del G20 è stata realizzata anche una pubblicazione “G20 Yea”, nella quale è stato pubblicato un articolo dello stesso Gaetano La Rocca dal titolo “Evoluzione digitale e crescita globale a confronto con il muro della sostenibilità” in cui si legge: “A partire dalla prima rivoluzione industriale, che ideologicamente ha fatto la sua nebulosa apparizione a Londra, a quasi trecento anni dai giorni nostri, abbiamo assistito a due ulteriori periodi di cambiamento: la seconda e la terza rivoluzione industriale, iniziate rispettivamente nel 1870 e nel 1970.
Quello a cui noi e i nostri precedenti antenati abbiamo assistito, è stato uno straordinario, relativamente veloce ed irreversibile cambiamento del sistema produttivo, cha ha influenzato drasticamente anche l’aspetto delle città: in meno di duecento anni l’enorme e continua crescita del tasso demografico ha portato ai nostri occhi uno scenario raffigurante metropoli che contano più di trenta milioni di abitanti; bene, basta pensare a questo per un secondo per capire che è pazzesco!
Soltanto nel 1820 la città di Londra ha raggiunto un milione di abitanti; Napoli, Instambul ed un altro paio di grandi metropoli raggiungevano 500 mila abitanti.
La vera sfida di oggi, per quanto noi stiamo ancora vivendo le turbolenze della, seppure minore, terza rivoluzione industriale è, secondo la mia opinione, la sostenibilità sociale ed ambientale.
Il riscaldamento globale e la disoccupazione stanno aprendo la strada verso più recenti, intelligenti e sostenibili concetti di produttività.
Il “dictat” del G 20 tenutosi in Cina lo scorso anno, nelle ponderate parole di uno dei più influenti statisti di oggi, il Presidente della Repubblica Cinese Xi Jinping, è stato INCLUSIVITA’.
Questo significa che noi non possiamo più guardare incoscientemente alle performances di crescita senza considerare aspetti sociali, come l’occupazione e la produttività sostenibile dal punto di vista ambientale.
Tutti noi abbiamo la necessità di confrontarci con i principi basilari della sostenibilità, come l’applicazione di giusti prezzi di mercato e comportamenti corretti, accettando standard comuni che prima di tutto siano convergenti con questa ratio”.

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