ROCCASECCA – Ideal Standard a rischio chiusura, UGL chiede interventi istituzionali
Il rischio di delocalizzare la produzione in stati esteri da parte dell’Ideal Standard si fa sempre più concreto e il sito di Roccasecca, assieme agli altri dislocati in Italia, rischia la chiusa. All’indomani dell’incontro tra i sindacati che si è tenuto a Bologna, la Ugl di Frosinone torna a chiedere che la proprietà faccia chiarezze sul futuro degli stabilimenti italiani. Al Ministero dello sviluppo economico l’azienda ha ribadito di non avere ancora un piano industriale per il biennio 2018-2020 ma i sindacati sospettano che ci sia un piano per spostare la produzione: “Questo silenzio assordante che si è abbattuto sulla vertenza – sottolineano Enzo Valente e Angelo Paniccia – come Ugl non ci fa stare per nulla tranquilli. Negli ultimi incontri al Mise l’azienda ha cercato soltanto di prendere tempo evitando di rispondere alle domande dei sindacati e del funzionario del ministero. Non abbiamo ricevuto alcuna rassicurazione in merito al triennio 2018-2020 e questo ci fa sospettare che la multinazionale, formata dai fondi di investimento Bain Capital e Anchorage, voglia delocalizzare la produzione in stati quali Bulgaria e Cina e stia preparando il terreno per realizzare il progetto”.
L’Ideal Standard conta oggi quattro siti: quello di Roccasecca ha 330 dipendenti, quello di Trichiana 650, Milano con 100 operai e una piattaforma logistica a Bassano Bresciano con 45 dipendenti.
All’estero ci sono altri tre siti ceramici:
“Nel 2015– spiegano Valente e Paniccia –l’azienda ha firmato un accordo quinquennale chiedendo ai lavori di fare sacrifici sia in termini economici che organizzativi, per recuperare la competitività del gruppo minacciata dalle industrie dell’Est e dell’Asia. Accordi che devono essere rispettati fino in fondo. Tutto ciò però sembra ora non bastare e la notizia della chiusura dello stabilimento di Roccasecca tra il 2017 e il 2018 è ormai di pubblico dominio negli altri siti, supportata dai mancati investimenti che invece vengono fatti nelle aree produttive estere. C’è di più – affermano ancora Valente e Paniccia – perché i contratti a termine somministrati ai giovani assunti a Roccasecca negli ultimi tempi non sono stati trasformati in apprendistato ma a tempo determinato per brevi periodi come accadeva in passato e questo ci convince che non ci sia certezza nel futuro”. Poi l’appello: “Chiediamo a tutte le istituzioni, locali, nazionali e europee – chiosano Valente e Paniccia – di intervenire nella vertenza e mobilitarsi con forza per sostenere i lavoratori. Il territorio deve in tutti i modi evitare che si possa aprire una nuova ferita che, per l’economia, sarebbe letale”.