SORA – Irrisolta la “questione PalaGlobo”: in comune nessuna voce a bilancio

La Biosì Sora non riesce a trovare pace: la questione “palazzetto”, che tanto preme sul futuro “casalingo” del club di patron Giannetti, non ha ancora visto una conclusione degna di soddisfare le aspettative societarie e, soprattutto, del nutrito seguito bianconero. La vicenda, oramai più che nota, parte da lontano, da quando il PalaGlobo fu portato a termine grazie al sacrificio economico della famiglia Giannetti nel 2011, con l’obiettivo di far disputare le gare interne nel comune di appartenenza dell’Argos Volley, ovvero Sora. I volsci, difatti, dopo il passaggio in A2 del 2009, furono costretti a giocare a Frosinone, non avendo a disposizione una struttura adatta ad ospitare la seconda serie nazionale. Fu così che l’onore della cadetteria trovò in Giannetti il suo protettore: “onore per onere”, il patron sorano si occupò del completamento dei lavori in via Ruscitto anticipando circa 180mila euro, ad oggi ancora non rientrati sul conto dell’imprenditore, lo stesso che ha portato i lirensi alla conquista della massima serie nel maggio 2016. In concomitanza con la promozione dell’Argos, a Sora un’amministrazione vedeva il termine del proprio mandato e veniva avvicendata da nuovi attori. Il problema della capienza PalaGlobo si insidiava già tra le capacità risolutive cittadine, ma il neo sindaco Roberto De Donatis volle rassicurare i suoi elettori: “L’amministrazione si impegna, auspicando sinergia tra maggioranza ed opposizione, a far si che la SuperLega possa restare a Sora, o tramite ulteriore adeguamento o tramite realizzazione di nuova struttura da 3000 posti”. Poco dopo un anno, e non certo senza robuste manovre da parte della stessa Argos affinché si trovasse una strada percorribile di concerto con il governo comunale, l’utopistico impegno dell’ampliamento sembra sbriciolarsi in una poltiglia viscosa che trascina a fondo l’entusiasmo societario nonché tutti i buoni propositi del pubblico, dei sorani, dei cittadini, lasciando dietro di sé l’amarezza di una sconfitta che si poteva evitare. Si, perché se l’amministrazione De Donatis non fa un passo indietro, se non tende la mano al suo stesso popolo per tutelare l’ultima grande ricchezza del territorio, Sora dovrà emigrare, andarsene a disputare la SuperLega altrove. Allora la Lega si apre al problema con l’amministratore delegato Righi che dice: “Sora ha tutte le carte in regola per continuare il proprio percorso in massima serie. La Lega pallavolo è una lega inclusiva, che tende a preservare le società e certo non a buttarle fuori. Abbiamo posto la cosiddetta deadline al 29 settembre, ma le ricognizioni e le verifiche dello stato dei lavori degli impianti interessati verranno fatte prima, ragion per cui se dovessimo accertare che comunque i lavori sono a buon punto sebbene non siano terminati, sosterremo ugualmente i club e i comuni senza appesantire il carico delle opere e aspettando che siano ultimati per la prima di campionato casalinga”. Le parole di Righi spostano di fatto la data da sottolineare in rosso dal 29 settembre al 22 ottobre per l’Argos Volley che giocherà in casa la seconda di regular season contro Modena. Il calendario, favorevole alle criticità bianconere, concederebbe un ulteriore mese per gli adeguamenti del palasport di via Ruscitto, ma la bella sorpresa fatta a Giannetti rischia comunque di non trovare riscontro nella realtà amministrativa sorana. In un consiglio comunale ad hoc sulla spinosa questione, gli interventi del primo cittadino contraggono le speranze a circa un pugno di mosche: terminata con una conferenza tra i capigruppo e patron Giannetti, la seduta viene tolta senza proposte o soluzioni, condita dalla bocciatura della maggioranza che non vuole addossare al sindaco la responsabilità di un mandato per trovare un ingegnoso rimedio e arrivare a quei 2400 posti che sembrano rappresentare la più grande delle vette da scalare. Un ultimo consiglio, quello sull’approvazione del bilancio, non ha visto voci riguardanti il palasport essere inserite tra le intenzioni comunali. La società resta così sola ad armeggiare unicamente con le proprie forze e ad attendere che in corso Volsci ci sia un ripensamento dell’assise e che si collabori alla tutela del lustro sorano.

Cristina Lucarelli