FROSINONE – A settembre soppresso il presidio di Polizia all’ospedale? Quadrini: Sarebbe gravissimo
Il consigliere provinciale capogruppo di Forza Italia e presidente della XV Comunità montana ing. Gianluca Quadrini da sempre attento alle problematiche inerenti la sanità della provincia di Frosinone ha voluto ribadire a gran voce quali rischi comporterebbe la chiusura oggi del presidio di polizia dell’ospedale del capoluogo. Già qualche giorno fa Quadrini è intervenuto sui casi di cronaca legati al Pronto Soccorso, troppe volte scenario di aggressioni al personale sanitario, per ultimo quella ad un medico e ad un infermiere.
“La chiusura della postazione di Polizia presso l’ospedale Spaziani sarebbe un fatto gravissimo, perché ogni giorno in quel luogo c’è il rischio di aggressioni. La presenza del presidio di poliziotti con il suo nucleo di professionalità qualificate ed efficienti rimane un deterrente decisivo per evitare episodi di violenza, anche se al momento il servizio viene garantito solo al mattino dalle ore 7 alle 14 e per due pomeriggi a settimana il lunedì e martedì fino alle 17. Se il servizio dei poliziotti esiste, deve essere anche efficiente perché in questo momento critico dove le aggressioni si ripetono ogni giorno è necessario ripristinarlo h 24. O perlomeno coprire tre turni almeno fino all’una di notte con due unità fisse”.
Dopo 6 mesi di chiusura, infatti, l’ufficio in oggetto è stato riaperto fino ad oggi. Ma dall’8 settembre a quanto pare sarà di nuovo chiuso, probabilmente soppresso.
“Quando in ballo c’è la sicurezza dei cittadini non si taglia, ma occorre mettere al sicuro sia chi lavora che l’incolumità delle persone. Al personale in servizio va tutta la mia solidarietà e l’impegno a far sì che comportamenti del genere non si ripetano. Pronto soccorso e reparti di emergenza rimangono le unità operative in cui le aggressioni si manifestano più frequentemente incidendo non solo sulla persona aggredita ma su tutto il sistema. Disfunzioni organizzative che nascono dal perpetrato definanziamento alla sanità pubblica che si traduce nell’assenza dei servizi e nel depauperamento delle risorse umane -conclude Quadrini.