FONDI – Il latitante Carlo Zizzo “scovato” in una parrucchieria ai Parioli

“Nella  giornata  di  ieri  i  militari  del Nucleo  Speciale  Polizia  Valutaria  della  Guardia  di  Finanza unitamente  a  personale  della  locale  Questura hanno  tratto  in  arresto il  latitante  Carlo  ZIZZO,  ricercato  in  quanto  destinatario  di  un  provvedimento  definitivo  di  carcerazione,  per  il  quale  deve  scontare  9 anni di carcere. Era  da  poco  entrato  in  un  negozio  di  parrucchieria in  zona  Villa  Glori allorquando gli agenti della Squadra Mobile ed i militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della G.d.F. sono piombati all’interno sorprendendolo e non dandogli il tempo di organizzare una fuga. Era  arrivato  in  bicicletta  e  l ’aveva posteggiata davanti all’attività. Con sé aveva uno zainetto, delle chiavi ed un cellulare. Carlo  ZIZZO,  originario  di  Fondi  (LT),  è  un pluripregiudicato per  delitti  contro  il  patrimonio  nonché  dedito a  traffici  di  sostanze  stupefacenti,  che  risulta aver  presentato  dichiarazioni  ai  fini  fiscali  fino  al  2008,  manifestando  redditi  di  scarsa  entità  allorquando  era  titolare  di  una  ditta  individuale, con sede a Fondi, che svolgeva attività di intermediazione nel commercio di vari prodotti,  anche  di  calzature  ed  accessori.  Lo  stesso  era  stato  denunciato  per reati  tributari  come  da  approfondimenti  investigativi  eseguiti  dal  Nucleo  Speciale    di    Polizia    Valutaria,    che    stava    indagando sulla situazione economico – patrimoniale  del  latitante,  mentre  la  Squadra  Mobile  si  stava occupando dell’attività d’indagine sulla sua cattura.

La sua storia criminale inizia negli anni ’80, periodo in cui risultano a suo carico diversi  provvedimenti  per  delitti  contro  la  persona,  furto,  rapina  ed estorsione nonché per detenzione abusiva di armi. Negli anni ’90, inizia la propria dedizione ai traffici di sostanze stupefacenti, in  relazione  ai  quali  viene  colpito  da  provvedimenti  cautelari  e  misure  di  prevenzione a carattere personale.

Nel 2002  viene  colpito  da  un’ordinanza  di  custodia  cautelare  in  carcere emessa  dal  GIP  di  Firenze  relativa  a  un  sodalizio  criminale  costituito  da individui   di   etnia   albanese   operante   in   Toscana   e   dedito   al   traffico internazionale di sostanze stupefacenti con collegamenti con un altro gruppo delinquenziale, anch’esso  albanese,  attivo  nel  basso  Lazio  e  dedito principalmente    al    commercio  illecito    di    droga    dalla    madrepatria e dall’Olanda:  a  Zizzo veniva  contestato  di  avere  acquistato, in concorso con soggetti albanesi, “plurimi quantitativi di cocaina variabili  da  kg.  1  a  4 per  volta, occupandosi di organizzare il ricevimento della cocaina e provvedendo al pagamento del prezzo”.

Nel 2006, il pregiudicato viene segnalato nuovamente all’A.G. quale membro di  un  sodalizio  criminale  dedito  a  traffici  di  sostanze  stupefacenti.  Fa  poi rientro in carcere nell’ottobre 2006 in esecuzione di un provvedimento di fermo  emesso  dalla Procura  di Roma per il delitto  di ricettazione. Scarcerato nel  novembre  2006,  lo  stesso  prosegue  la  propria  dedizione  ad  attività criminali e viene segnalato all’A.G., come già evidenziato, per violazioni penali alla normativa tributaria e per un episodio di truffa. Nel 2012, viene eseguita nei suoi confronti e di altri 33 soggetti un’ordinanza di  custodia  cautelare  in  carcere ed  ai  domiciliari emessa  dal  GIP  di  Roma  a seguito di specifiche indagini condotte dalla locale DDA. Oltre a reati inerenti gli stupefacenti, viene contestata all’indagato anche l’ipotesi delittuosa di cui all’art. 12 quinquies del D.L. 306/1992. Le   indagini   portarono alla  scoperta  di  un’organizzazione  criminale  di trafficanti di droga acquistata in Spagna con base a Fondi e interessi, oltre che nella città del sud pontino, sull’asse Roma – Terracina. Contestualmente, Carlo ZIZZO viene     raggiunto  da  un  ulteriore provvedi mento  cautelare  emesso  in  data 26.10.2012 dal GIP di  Latina,  per  i reati  di  estorsione,  usura  e  porto  abusivo  di  armi,  per  poi  ricevere  nel  2013 una  prima  condanna,  con  giudizio  abbreviato, poi  confermata  dalla  Corte d’Appello di Roma nel  2015,  che  ha  inflitto  una  pena  pari  ad anni  14  di reclusione; contestualmente,  la  predetta  Corte  ha applicato  al  condannato  la misura  degli  arresti  domiciliari  con  applicazione  di  dispositivo  di  controllo elettronico. Arrivando ai giorni nostri, nel  2017, ovvero poco prima della sentenza con cui  la  Corte  di  Cassazione ha  rigettato  il  ricorso  relativo  alla  condanna  inflitta, rideterminando la pena in 13 anni e 10 mesi, si rendeva irreperibile evadendo dai domiciliari; il successivo 27 maggio 2017, l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura  Generale  presso la Corte  di  Appello  di  Roma ha emesso l’ordine di esecuzione  per  la  carcerazione  per  l’espiazione  della  suddetta  pena, rideterminata, in anni 9, mesi 3 e giorni 1 di reclusione. Sono  in  corso  approfondimenti  sulla  posizione  dei  gestori  dell’esercizio commerciale in cui è stato rintracciato il ricercato.”

COMUNICATO STAMPA  Guardia di Finanza di Roma