CASSINO – Scadenza contratti interinali FCA, Valente (UGL): Dalla politica lacrime di coccodrillo
“Sono lacrime di coccodrillo quelle che la politica oggi versa sui 530 giovani mandati a casa dalla Fca, una conseguenza figlia dei cambiamenti delle regole che hanno interessato il mondo del lavoro. Gli stessi politici, che oggi piangono, hanno condiviso e sostenuto le nuove leggi dei vari esecutivi che si sono succeduti in questi anni e che hanno tolto ogni tipo di sicurezza ai lavoratori danneggiando soprattutto i giovani”. E’ duro il commento del Segretario della Ugl Frosinone Enzo Valente in merito alla vicenda che ha visto: “Sarebbe più opportuno – rincara Valente – che gli esponenti politici del nostro territorio, in particolare quelli che sono in Parlamento, rimanessero in silenzio di fronte alla delusione di centinaia di giovani che hanno perso il lavoro e che sono visti spezzare la speranza di poter iniziare a costruirsi un futuro. Regole imposte ai sindacati e fatte passare come la salvezza dell’intero sistema produttivo, che invece hanno fatto danni creando nuova precarietà. Sia chiaro che non si tratta di licenziamenti perché la fabbrica di automobili si è avvalsa della facoltà di non rinnovare contratti che avevano una scadenza ben precisa avvalendosi delle leggi che sono state votate di chi oggi fa finta di essere amareggiato”. Per tanti giovani, dunque, la speranza di una stabilità è crollata di fronte alle difficoltà dell’azienda ma, probabilmente, non saranno i soli a pagare gli errori fatti: “In 530 sono stati costretti ad andare a casa – sottolinea il segretario Ugl – ma ci sono anche alcune aziende dell’indotto che, di conseguenza, hanno interrotto i contratti e altre decine di ragazzi si ritrovano senza un impiego in maniera silente. Solo oggi che la vicenda coinvolge una grande fabbrica ci accorgiamo della precarietà e dei ricatti a cui i giovani da anni sono sottoposti, costretti a volte a firmare contratti a giornata. Qualche giorno fa, il 30 Ottobre, 25 dipendenti dell’Ideal Standard hanno visto scadere il proprio rapporto di lavoro e sono stati costretti ad andare a casa. Se il tutto è stato condizionato dalle modifiche delle normative sull’export in Cina mi domando: perché gli stessi vincoli non vengono imposti anche al contrario?”. Valente lancia poi un appello: “La politica deve anche riflettere sulla cancellazione del vecchio sistema degli ammortizzatori sociali che oggi avrebbe sostenuto tante persone lasciate in balìa di se stesse e sulla riforma pensionistica. Oggi in pratica si chiede ai lavoratori di morire in fabbrica per via dell’innalzamento costante del limite, questo impedisce a tanti giovani di essere assunti e di non poter far valere le proprie professionalità”.