ANAGNI – Acea, sulla sentenza del Tar parla Bassetta

In riferimento alla sentenza n. 638/2017 del Tar di Latina, che ha accolto  il ricorso di Acea, annullando le delibere con cui la Conferenza dei Sindaci dell’Ato5, il 13 dicembre 2016, aveva dichiarato risolto per inadempienza il contratto di gestione del servizio idrico integrato con Acea Ato 5, si evidenzia che i giudici amministrativi scrivono: “Il provvedimento risolutivo risulta contraddittorio in raffronto agli esiti istruttori e del tutto immotivato in ordine al contrario avviso. Esso, dunque, è viziato da eccesso di potere per contraddittorietà, nonché insufficiente istruttoria e motivazione, e in quanto tale vizia il provvedimento sanzionatorio che dà spessore ad addebiti ritenuti in sede istruttoria giustificati o marginali. Appare, altresì, fondato il motivo con il quale è contestata la genericità della motivazione in ordine al criterio di determinazione delle penali, il cui procedimento istruttorio, inoltre, non risulta assistito da contraddittorio con il gestore. Il ricorso, quindi, deve essere accolto con annullamenti degli atti impugnati”.

In data 14 dicembre 2016 il sindaco di Anagni, Fausto Bassetta, contrario alla procedura avviata da altri colleghi, aveva così motivato la sua posizione: <L’Assemblea dei Sindaci dell’Ato5 ha deliberato di procedere alla risoluzione contrattuale con il gestore del servizio idrico sulla base di una proposta priva di qualsiasi conforme parere tecnico o legale. La procedura, avviata anche su indirizzo politico del Consiglio comunale di Anagni, prevedeva la diffida ad adempiere da parte della Segreteria tecnica dell’Autorità d’ambito con la formale contestazione degli inadempimenti del gestore, a tutela dell’utenza e del territorio.

La procedura si è conclusa con il parere negativo della Segreteria tecnica a proseguire nella risoluzione contrattuale. L’aver voluto, comunque, continuare in una procedura di risoluzione contrattuale espone l’intero ambito territoriale, gli utenti e i cittadini ad un gravoso e incerto contenzioso con conseguenze non prevedibili sia per quanto riguarda l’esito finale sia per i costi, che dovranno sopportare tutti gli utenti, con maggiore aggravio su un servizio già molto oneroso. Inoltre sono a rischio importanti investimenti già programmati per il miglioramento della rete idrica, di quella fognante e dei sistemi di depurazione delle acque>.

<Naturalmente – dichiara Bassetta – si attende la conclusione dell’iter giudiziario, vista l’intenzione dei colleghi di impugnare la sentenza del Tar davanti al Consiglio di Stato, ma al momento il parere dei giudici conferma quanto, per senso di responsabilità, hanno sostenuto altri sindaci. E intanto, non meno importante,  i Comuni sono stati condannati a pagare le spese processuali>.

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